Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
A pochi anni dall'unificazione d'Italia e dalla fine del potere temporale della Chiesa, il rapimento di un bambino da parte di quest'ultima ai danni di una famiglia ebraica scosse l'opinione pubblica del tempo. Marco Bellocchio racconta questa vicenda con onestà e senza prese di posizione nette, consapevole del fatto che anche solamente raccontarla costituisce un posizionamento morale. Rapito ha il portamento della cronaca, credibile e reale di natura, la quale si dipana su un periodo di trent'anni: tempi di cambiamenti sociali e politici, annusati nel contesto e drammaticamente allegorici. Il regista preferisce trincerarsi tra le mura "sicure" di due famiglie, consolate dalla fede, spezzate dalla perdita del potere in un caso, del sestogenito nell'altro, mettendo in scena un grande dramma umano dal quale nessuno può uscire da vero vincitore.
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