La storia del bambino ebreo Edgardo Mortara, che nel 1858 fu strappato alla famiglia di origine per ricevere un'educazione cattolica sotto il controllo e la custodia di Papa Pio IX.
Ogni tanto, raramente per fortuna, ricasco nell'errore di fidarmi delle recensioni abbinate al cinema italiano degli ultimi decenni. E l'imbarazzante recitazione (stucchevole quando va bene) e messa in scena mi fanno tornare, convinto, sui miei passi. 5
Molto ben fatto, ad eccezione della rappresentazione di Pio IX, grottesca e sopra le righe, che toglie credibilità alla ricostruzione degli avvenimenti, purtroppo tutti reali.
Anche con "Rapito", l'eleganza dello stile emerge come una caratteristica peculiare del fare cinema di Marco Bellocchio. I simbolismi fanno spesso capolino lungo il film per riflettere sul ruolo "invasivo" della morale cattolica. Si giustificano qualche lentezza di ritmo e qualche verbosità narrativa, che non arrivano mai farsi didascalici.
Una delle tante nefandezze del cattolicesimo e dei suoi barbari insegnamenti. Abbastanza ben fatto anche se con qualche lungaggine di troppo . Interessante la menzione sui Rothschild che già a quel tempo detenevano il potere finanziario. Il limbo fu abolito nel 2007 dal papa.
Bello, proprio bello bello, l'unica cosa che l'ho visto al cinema ed ero un po' stanco, per cui mi sono addormentato dopo un quarto d'ora dall'inizio e mi sono svegliato a un quarto d'ora dalla fine e, nonostante questo, mi è sembrato lunghissimo.
Ottima la realizzazione (pur con qualche licenza, come la ricostruzione dell'antico ghetto che nel film appare quasi di fronte a Castel Sant'Angelo). Lodevole ed equilibrata la rappresentazione del periodo storico, ma sinceramente da un film di Bellocchio mi aspettavo qualcosa di più.
Film ineccepibile, grande storia, grandi attori, ricostruzione minuziosa del periodo... drammatico ed emozionante. L'ho visto tardi rispetto alla sua uscita ma sono contento di averlo visto.
Opera di valore ma sopravvalutata. A Bellocchio interessa solo mostrare lo spauracchio del potere e non approfondisce le ragioni che hanno portato al rapimento. Tant'è che il movente non è mai davvero chiaro. Lo stile è rigore autoriale ma con quegli archi didascalici da sceneggiato rai si perde un po' di potenza.
Superba ricostruzione sia audio che visiva della drammatica vicenda occorsa alla famiglia Mortara. Ennesima dimostrazione di quanto possano incidere i contesti pervasi da esaltati fanatismi nell'indurre la patologica convinzione di essere nominati paladini della verità rivelata.
Superbo capolavoro italiano dalle atmosfere gotiche, decadenti, iconiche, simboliche.
Da una ignota pagina di storia italiana (e pontificia) uno dei più efferati inganni dell'oppio dei popoli.
Meravigliosi gli attori e le scenografie!
Rapito grande cinema che emoziona e scuote nel profondo, Marco Bellocchio gira in “Stato di grazia” uno dei suoi film più belli, una gemma rara e nerissima, dove il Male è camuffato dal Bene della Chiesa Cattolica.
Si tratta di un film storico, che riporta, meritoriamente, alla memoria di oggi una vicenda che fece scandalo all’epoca: il rapimento di Edgardo Mortara (interpretato da Enea Sala), un bambino ebreo di 7 anni, che viveva con la sua famiglia a Bologna, allora – siamo nel 1858 – città dello stato Pontificio, nella quale era ancora in vita l’Inquisizione… leggi tutto
FESTIVAL DI CANNES 76 - CONCORSO Con il racconto concitato e sin incalzante che tenne col fiato sospeso una nazione appena formata, Marco Bellocchio torna in Concorso al Festival di Cannes ripercorrendo i tratti salienti di un episodio incredibile quanto vero.
Nell'Italia del 1856, in una sera come tante, una guarnigione bussa alla porta di una numerosa famiglia di origini ebree, comunicando… leggi tutto
Storia, con la S maiuscola, di nefandezze e soprusi, dentro un'Italia risorgimentale, dentro il potere in decadenza della Chiesa. Bellocchio con il suo stile riconoscibilissimo, ci consegna una piccola grande lezione di Storia che, come spesso accade nei suoi film, va ben oltre i fatti storici per allargare la riflessione sul potere della religione, tutta, e dell'uomo sull'uomo. Un racconto…
In questa Top 5 inserisco i cinque film che mi sono piaciuti di più nella rosa dei film candidati ai vari David di Donatello.
Due piccole precisazioni:
1: è chiaro che il mio è un…
Rapito è l’ennesimo capolavoro di un grandissimo regista come Marco Bellocchio.
In questo caso il regista piacentino ha deciso di raccontare una storia non del tutto sconosciuto, ma sicuramente poco raccontata. Quella di Edgardo Mortara e della chiesa cattolica attorno al 1850.
La descrizione dei fatti e ben delineata e nulla è lasciato al caso, senza però…
Non sono un particolare fan di Bellocchio, ma questo forse solo perché dovrei recuperare molte delle sue opere passate, avendone viste pochine (questa dovrebbe essere la quinta). Cresciuto tra i preti, poi ateo, il regista rimane un appassionato delle questioni religiose e della fede. Qua prende spunto da un fatto vero, per ricostruire una vicenda che suscita una ovvia indignazione: un…
E come ogni fine/inizio anno mi trovo a fare il bilancio dei film che ho gustato nei dodici mesi precedenti alla data di "giudizio". Ricco è stato l'anno trascorso di visioni che hanno ampliato la mia cultura e…
Seguo il buon esempio di Roberto/obyone ed elenco qui - in relazione all'invito di un anno fa di End User - cinque film che ricordo d'aver visto in sala nel corso del 2023. Non me ne sovvengono altri.
…
Bellocchio con "Rapito” ha firmato un capolavoro. Ha scelto un tema insidioso e poco battuto: quello dell’Italia governata dalla Chiesa cattolica che imponeva il potere temporale, al pari di quello esercitato dagli Stati. Bellocchio ha scelto di tornare a un fatto di cronaca accaduto a Bologna nel 1858 quando il giovanissimo Edgardo…
Metà XIX Secolo. Edgardo Mortara, sesto figlio di una coppia bolognese di religione ebraica, è strappato in tenera età alla famiglia ad opera delle autorità pontificie; ne è motivo l'avvenuto battesimo del piccolo. La famiglia intraprende una dura battaglia, le cui sorti s'intrecciano con le vicende storiche connesse al processo di unificazione politica…
Nel 1851 il neonato bolognese Edgardo Mortara, ebreo, viene dato per spacciato. Come atto di pietà verso la sua anima, la domestica cristiana lo battezza di nascosto. Il bambino sopravvive ma, all'età di sei anni, la donna confessa il battesimo e la famiglia si trova in una situazione incresciosa. Per risolverla, papa Pio IX – all'epoca sovrano di Bologna – manda…
In “Rapito” è come se Marco Bellocchio pronunciasse un lungo discorso filmico, inarrestabile, con avanti e indietro nella storia di questo Paese. Con la figura di Edgardo Mortara aggiorna le schegge di follia e ribellione che hanno accomunato tanti suoi personaggi: dal Sandro de “I pugni in tasca”, al trio di protagonisti di “Salto nel vuoto”, fino al…
A pochi anni dall'unificazione d'Italia e dalla fine del potere temporale della Chiesa, il rapimento di un bambino da parte di quest'ultima ai danni di una famiglia ebraica scosse l'opinione pubblica del tempo. Marco Bellocchio racconta questa vicenda con onestà e senza prese di posizione nette, consapevole del fatto che anche solamente raccontarla costituisce un posizionamento morale.…
Clamoroso debutto per Oppenheimer. Ce lo si aspettava, certamente, ma i risultati dell’ultimo film di Christopher Nolan vanno oltre ogni più rosea aspettativa. Dopo il primo weekend di programmazione, la…
Nonostante il crescente scollamento tra il pubblico e i super-hero movie, Blue Beetle esordisce con un buon secondo posto, facendo registrare un incasso totale di poco meno di 530.000 euro e accodandosi a Barbie, ma…
Nonostante le sole 32 sale riservategli (dato che non ha mancato di suscitare polemiche tra gli appassionati del genere che attendevano il film da tempo), Demeter - Il risveglio di Dracula di André…
Vi avevamo detto di dargli un’opportunità e lo avete fatto, in tanti. Shark 2 – L’abisso, il tamarrissimo sequel di Shark – Il primo squalo, si mette nella scia di Barbie (che, nel…
Com'era prevedibile Barbie si conferma, di larghissima misura, al primo posto del Box Office italiano del fine settimana. Situazione che, stando alla carenza di nuove uscite fino a Oppenheimer (23 agosto) potrebbe…
Nel caso in cui ancora non vi sia giunta la notizia che Barbie di Greta Gerwig ha letteralmente fatto esplodere le casse della Warner in questo weekend allora sappiate che è successo esattamente questo: Barbie…
La missione non è più impossibile da anni, visto che il franchise con protagonista Ethan Hunt è uno dei più lunghi e prolifici della storia del cinema, ma stupisce sempre vedere la…
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Commenti (16) vedi tutti
Dategli una possbilità, il film è sempre meglio, ed è un buon film.
leggi la recensione completa di tobanisOgni tanto, raramente per fortuna, ricasco nell'errore di fidarmi delle recensioni abbinate al cinema italiano degli ultimi decenni. E l'imbarazzante recitazione (stucchevole quando va bene) e messa in scena mi fanno tornare, convinto, sui miei passi. 5
commento di fra_pagaUna ricostruzione storica perfetta e potente che sprigiona grande cinema.
leggi la recensione completa di siro17Molto ben fatto, ad eccezione della rappresentazione di Pio IX, grottesca e sopra le righe, che toglie credibilità alla ricostruzione degli avvenimenti, purtroppo tutti reali.
commento di GattomammoneAnche con "Rapito", l'eleganza dello stile emerge come una caratteristica peculiare del fare cinema di Marco Bellocchio. I simbolismi fanno spesso capolino lungo il film per riflettere sul ruolo "invasivo" della morale cattolica. Si giustificano qualche lentezza di ritmo e qualche verbosità narrativa, che non arrivano mai farsi didascalici.
commento di Peppe ComuneUna delle tante nefandezze del cattolicesimo e dei suoi barbari insegnamenti. Abbastanza ben fatto anche se con qualche lungaggine di troppo . Interessante la menzione sui Rothschild che già a quel tempo detenevano il potere finanziario. Il limbo fu abolito nel 2007 dal papa.
commento di gruvierazBello, proprio bello bello, l'unica cosa che l'ho visto al cinema ed ero un po' stanco, per cui mi sono addormentato dopo un quarto d'ora dall'inizio e mi sono svegliato a un quarto d'ora dalla fine e, nonostante questo, mi è sembrato lunghissimo.
commento di nicopiedeOttima la realizzazione (pur con qualche licenza, come la ricostruzione dell'antico ghetto che nel film appare quasi di fronte a Castel Sant'Angelo). Lodevole ed equilibrata la rappresentazione del periodo storico, ma sinceramente da un film di Bellocchio mi aspettavo qualcosa di più.
commento di ssiboniFilm ineccepibile, grande storia, grandi attori, ricostruzione minuziosa del periodo... drammatico ed emozionante. L'ho visto tardi rispetto alla sua uscita ma sono contento di averlo visto.
commento di LordClamOpera di valore ma sopravvalutata. A Bellocchio interessa solo mostrare lo spauracchio del potere e non approfondisce le ragioni che hanno portato al rapimento. Tant'è che il movente non è mai davvero chiaro. Lo stile è rigore autoriale ma con quegli archi didascalici da sceneggiato rai si perde un po' di potenza.
commento di r.237Superba ricostruzione sia audio che visiva della drammatica vicenda occorsa alla famiglia Mortara. Ennesima dimostrazione di quanto possano incidere i contesti pervasi da esaltati fanatismi nell'indurre la patologica convinzione di essere nominati paladini della verità rivelata.
commento di pippusMarco Bellocchio ha presentato ad aprile, all’ultimo Festival di Cannes, questo film, ancora presente nelle sale.
leggi la recensione completa di laulillaLo sguardo e il cinema di Marco Bellocchio rapiscono ancora
leggi la recensione completa di SamHookeySuperbo capolavoro italiano dalle atmosfere gotiche, decadenti, iconiche, simboliche. Da una ignota pagina di storia italiana (e pontificia) uno dei più efferati inganni dell'oppio dei popoli. Meravigliosi gli attori e le scenografie!
commento di DebussyRapito grande cinema che emoziona e scuote nel profondo, Marco Bellocchio gira in “Stato di grazia” uno dei suoi film più belli, una gemma rara e nerissima, dove il Male è camuffato dal Bene della Chiesa Cattolica.
leggi la recensione completa di claudio1959Terribilmente e profondamente emozionante, profondo e ricco di un'ispirazione degna solo dei grandi autori e che merita l'appellativo di capolavoro.
leggi la recensione completa di Carlo Ceruti