Regia di Jack Smith vedi scheda film
"Flaming Creatures" è annoverata tra le "opere maledette" della storia del Cinema e rappresenta l'ingresso dell'Avanguardia cinematografica americana nel più vasto movimento underground degli anni '60.
Dopo la prima proiezione venne cancellata dalla programmazione. Poi, problemi con la censura e irruzione della polizia in sala durante una successiva proiezione. Lo stesso regista Jack Smith subì una denuncia.
La scena è dominata da uomini, donne e travestiti intenti a truccarsi, ad ammiccare, a ballare e a inscenare fiacche masturbazioni o stupri di gruppo. Si passa con soave disinvoltura da momenti quasi idilliaci a scene burrascose di violenza di gruppo, in cui la musica lascia il posto a urla furibonde, dove la mdp si dimena all'impazzata con uno stile quasi amatoriale.
Lo spazio circostante è superfluo. Lo spazio è il corpo stesso, o meglio, le porzioni dei corpi immortalati in un bianco e nero in cui il bianco (molto sovraesposto) trasfigura tutto e tutti. .
La mdp indugia sui balletti, sulle labbra, sui seni e sui mosci peni quasi annoiati.
Se da una parte qualcuno può intravedere un riferimento all'erotismo di marca surrealista del primo Buneul, io ritengo che ciò si limiti puramente ad un comune "senso di ambiguità". Il regista spagnolo optava per un erotismo "suggerito" (vedasi la fellatio al dito della statua ne "L'age d'or"); qui l'erotismo è esplicito. Non vi è nessun riferimento simbolico.
A distanza di oltre 40 anni "Flaming Creatures" risente, forse, del passare del tempo e non ha più quell'effetto dirompente di shock visivo che poteva avere allora. Sembra un "giochetto" che dopo un po' "stanca" ed è probabilmente un'opera più importante dal punto di vista storico-sociale per comprendere le motivazioni artistiche di quegli anni e il contesto in cui è nato.
L'etichetta da "film maledetto" amplifica oltremodo il suo valore e richiama nuovi adepti...
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