Regia di Zach Cregger vedi scheda film
A parte uno scivolone finale, il film dimostra un'ottima capacità di rimaneggiare un genere tutt'altro che originale, presentando aspetti innovativi anche senza particolari mezzi. Sicuramente ottima la costruzione della paura, e azzeccata la fotografia.
Sui seminterrati americani c'è una filmografia oramai sconfinata. Le variazioni sul tema sono (quasi) infinite, pur risolvendosi in una specie di limbico rimescolamento di elementi senza apparente via di scampo.
Questo Barbarian, non potendo evidentemente considerarsi rivoluzionario, ha dalla sua qualche idea stimolante, a partire dall'attualizzazione del racconto ai tempi di Airbnb.Un plauso va al regista, per aver saputo costruire la tensione nel modo più essenziale possibile, cioè attraverso il dubbio e l'ignoranza: l'archetipo stesso della paura umana risiede nell'ignoto. Attraverso tracce, vere e false, depistaggi, insinuazioni e velati indizi e sospetti, la sceneggiatura accompagna lo spettatore nel gioco della "predizione", spingendolo a cercare di intuire gli enigmi che si presentano sempre più inquietanti. Alla costruzione del terrore, imbastita dalla diligente scrittura, fa da corollario un'ottima intuizione registica, trasferendo nelle immagini la sensazione di pericolo e disastro imminente.
Non mancano spunti di critica sociale, come l'accostamento tra mostri che sembra quasi evocare Dino Risi. C'è, poi, anche la tematica dell'economia che travolge individui e società: dai sobborghi impoveriti di Detroit agli attori hollywoodiani.
Purtroppo, però, l'opera va in sofferenza nell'ultima parte, finendo per deviare su istanze orrorifiche di genere assai differente da quello delle premesse. I due tronconi del film sembrano quasi frutto di divergenze artistiche, o addirittura di mani e teste diverse.
Particolarmente curata la fotografia, con inquadrature che sottolineano visivamente e amplificano la paura. Non mancano neppure scenari da cartolina. E' interessante notare come anche la fotografia si mostri poliedrica, essendo in grado di riprendere e condividere situazioni assai distanti tra loro (in tutti i sensi).
Benchè limitato dalla scarsa originalità e da un finale troppo commerciale, questo film merita comunque una sufficienza abbondante, per aver sabuto rimaneggiare abilmente elementi di un genere oramai inflazionato, ma che qui rivela di aver ancora qualcosa da dire.
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