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Barbarian

Regia di Zach Cregger vedi scheda film

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La recensione su Barbarian

di mck
6 stelle

(Nope!) Invece ti ricordi / Che appetito insieme a te / A Detroit!

 

Detroit e dintorni [V secolo d.C. (476): lo sciro/unno Odoacre, re degli Eruli, in quel di Ravenna pone fine alla Pars Occidentis segnando il limine tra Antichità e Medioevo; XX/XXI secolo: metà anni ‘70: crisi petrolifera e di conseguenza del mercato automobilistico; 1980: convention repubblicana incoronante Ronald Reagan; 2013: dichiarazione fallimentare]: in centro città (GM Renaissance Center) le nuvole sfiorano le cime di grattaceli, nei sobborghi di periferia (Brightmore) il sole illumina lo sfacelo.

 

“Planning is for the world's great cities, for Paris, London, and Rome, for cities dedicated, at some level, to culture. Detroit, on the other hand, was an American city and therefore dedicated to money, and so design had given way to expediency.” — Jeffrey Eugenides

 

 

L’è (quasi) tutto sbagliato, l’è tutto da rifare (ma anche no, eh), in “Barbarian”, scritto e diretto dal commediante - in senso iperletterale e non spregiativo - Zach Cregger (e infatti il momento migliore del film è il restart con l’entrata in scena di Justin Long al ritmo della Riki Tiki Tavi” di Donovan ("contro" Kipling), e sempre il suo personaggio reca seco anche il portato morale metooico (“I’m a good person who just did a bad thing!”) del film, quando tutto “precipita” dalla cima della torre piezometrica, situazione che, per contro, non risparmia allo spettatore il momento più scult - e ce ne vuole! - di tutto lo scritto, recitato, girato e montato: la “madre” che, gettandosi nel vuoto dopo la “figlia”, sfida e sconfigge sulla distanza di appena una dozzina di metri la forza di gravità impartendo al proprio corpo un’accelerazione esponenziale atta a farle superare la massa precipitante della compagna di caduta riuscendo col finire a farle da cuscino ammortizzante), ed è un peccato perché, a parte la mole massiva di scemenze sesquipedaliche [che non interessano la sospensione dell’incredulità in campo horror-fantasy, e nemmeno in quello prettamente comportamentale (da questo PdV “Barbarian”, prima di svaccare alla grandissima, regge per una mezz’ora abbondante), ma in quello prettamente tecnico-funzionale], di buon materiale ce n’è, in primis quello attoriale (Georgina Campbell, Bill Skarsgård, Richard Brake, Jaymes Butler).

 

 

“There are cities that get by on their good looks, offer climate and scenery, views of mountains or oceans, rockbound or with palm trees; and there are cities like Detroit that have to work for a living, whose reason for being might be geographical but whose growth is based on industry, jobs. Detroit has its natural attractions: lakes all over the place, an abundance of trees and four distinct seasons for those who like variety in their weather, everything but hurricanes and earth-quakes. But it’s never been the kind of city people visit and fall in love with because of its charm or think, gee, wouldn’t this be a nice place to live.” — Elmore Leonard


C’è comunque la possibilità che “Barbarian” voglia fortissimamente voglia essere un’immane stupidaggine: a prenderlo da questo verso, allora, ci si diverte pure (e non poco).

Fotografia di Zach Kuperstein, montaggio di Joe Murphy e musiche di Anna Drubich (con la Be My Baby” delle Ronettes sui titoli di coda in contro-mood).

Co-prodotto da Arnon Milchan, ad oggi, 26/11/’22, su IMDb, con più di 85.500 voti, “Barbarian” (che, costato sui 4.5 mln/$, ne ha ricavati 10 volte tanti) ha un’inconsulta media di 7.1 e del resto…

 

 

• Detoit post-2000 (e dintorni):
- “Blue Collar” (1978, Paul e Leonard Schrader; ambientazione presente): * * * * *
- “Gran Torino” (2008, Clint Eastwood & Nick Schenk; amb. pres.): * * * * *
- “Vanishing on 7th Street” (2010, Brad Anderson & Anthony Jaswinski; amb. pres. SF): * * *
- “Only Lovers Left Alive” (2013, Jim Jarmusch; amb. pres. fantasy/SF): * * * * ¼
- “Lost River” (2014, Ryan Gosling; amb. pres. alternartivo/fantasy): * * * ¼
- “It Follows” (2014, David Robert Mitchell; amb. pres. alternativo/fantasy): * * * ¼
- “Detroit” (2017, Kathryn Bigelow & Mark Boal; ambientato nel 1967): * * * *
- “No Sudden Move” (2021, Steven Soderbergh & Ed Solomon; ambientato nel 1954): * * * ¾
- “Barbarian” (2022, ambientato nel presente e in parte nel 1980): * * ¾     

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