Regia di Parker Finn vedi scheda film
Ennesima delusione. Per affrontare certi argomenti (l'aldilà, la possessione demoniaca, l'orrore) il cinema sceglie, quasi invariabilmente, di buttarla sulla spettacolarizzazione, rinunciando a fare ricorso agli strumenti indispensabili per trattare questi temi in modo serio e credibile. Mancando la base culturale e il vero impegno, viene a crollare miseramente l'impalcatura che si è costruita e tutto finisce per assomigliare a una farsa.
Per affrontare, ad esempio, il tema dell'esorcismo, bisognerebbe informarsi, studiare, leggersi almeno certe esperienze reali (come quelle di padre Amorth). Ma il film rischierebbe di annoiare il pubblico, composto in grande mggioranza da un pubblico molto giovane e poco propenso a doversi sorbire incursioni teologiche e dottrinali, necessarie peraltro per entrare in punta di piedi in mondi sconosciuti, pieni di suggestioni di ogni tipo e potenzialmente pericolosi.
Si sceglie allora la via più facile. Si parte da un'ideuzza, stramba magari, ma un pò originale, come quella di immaginare nelle vittime l'apparizione inspiegabile di un sorriso , capace di disorientare, destabilizzare e terrorizzare.
Partiti da questa idea, poi tutto diventa banale, visto e rivisto,. Si ricorre in gran parte agli effettacci cruenti, ai sogni che servono per giustificare scene "splatter" non credibili nel filo narrativo che si sta dipanando. Si finisce poi, "more solito", alle scene finali piene di effetti tanto gratuiti quanto deludenti.
Lo schema, comune alla stragrande maggioranza di questo tipo di film , è questo:
1. Idea di base che si vorrebbe originale
2. trama in crescendo, dove si passa dalla quasi normalità delle situazioni all'apparire di fenomeni anormali
3. nucleo centrale dove abbondano i fenomeni e i(l) protagonista (i) lotta contro l'inspiegabile, il mostruoso, il soprannaturale
4. finale con dispendio di effettacci, urla, sangue, morte e compagni cantante.
5. vittoria ( a volte la morte) del protagonista e spesso segnali che il fenomeno non è del tutto scomparso
Di rimarchevole, nel film in esame, c'è la figura un pò scialba della protagonista e la progressiva discesa negli inferi della follia. Tutto il resto l'abbiamo già visto. Ma forse i "colpevoli" siamo noi che amiamo un certo tipo di cinema e che siamo, ingenuamente, sempre in attesa di un film finalmente serio.
Ci piacerebbe l'approccio di Clint Eastwood quando dirige "HEREAFTER", per intenderci: un approccio per niente sussiegoso o supponente, ma umile, serio e vero.
Tutto qua.
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