Regia di Mario Martone vedi scheda film
Un tributo sincero, affettuoso e strutturato solidamente su una serie di testimonianze e contributi diretti alla figura umana e artistica di Massimo Troisi.
Due ore e dieci minuti di documentario su Massimo Troisi, per ricordarlo a quasi tre decenni dalla scomparsa (1994). Il regista, che ci mette anche la faccia nel raccontare la vita del Nostro insieme a chi lo ha conosciuto bene, è Mario Martone e già questa è una garanzia: collega, conterraneo e di poco più giovane di Troisi, Martone conduce le danze con grande sobrietà, senza eccedere nel sentimentalismo ma calcando quanto basta la mano sulle emozioni che inevitabilmente il lavoro suscita. Si ripercorre così rapidamente la vita del cineasta partenopeo soffermandosi principalmente sulle sue pellicole, ma ricordandone anche le passioni e le abitudini extra cinematografiche anche grazie al prezioso apporto di intervistati come Goffredo Fofi, Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino e, soprattutto, Anna Pavignano, sceneggiatrice (anche di questo titolo) e a lungo compagna di vita di Troisi. Il quale compare comunque ripetutamente nelle scene di alcuni memorabili film di cui fu protagonista, da Non ci resta che piangere a Il postino, da Che ora è a Ricomincio da tre. Il tributo è colmo di affetto, ma anche ben organizzato e sfrutta materiale assolutamente attendibile e di prima scelta, come per esempio le pagine del diario di un giovanissimo Massimo che, nel 1976, si appresta a volare a New York per sottoporsi a un delicato intervento al cuore. Laggiù qualcuno mi ama non è il primo documentario firmato da Martone, che però si era dedicato a questo tipo di lavori principalmente negli anni Novanta, dedicandovisi via via sempre di meno. 6,5/10.
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