Regia di Franco Prosperi vedi scheda film
A Roma, per un corso di aggiornamento, arrivano vigili urbani da tutta Italia. C'è il giovanotto che si intrufola nella villa di Ornella Muti per conoscerla, ma la diva non c'è eppure lui trova comunque maniera di accontentarsi; ci sono i due maturi cafoncelli di provincia che vengono mandati per scherzo a un ritrovo di suore spacciato per orgia...
Vigili e vigilesse è una delle ultime regie di Franco Prosperi, artigiano del cinema di genere e omonimo (nonchè quasi coetaneo) del collega/sodale di Jacopetti e Cavara nell'avventura di Mondo cane (1961). Come facilmente si intuisce dalla locandina o da un abbozzo di sinossi, trattasi di una commedia sguaiata e scollacciata in tipico stile fine anni Settanta/inizio Ottanta, quando il cinema nostrano sdoganava nudi, barzellette triviali e gag da latte alle ginocchia spudoratamente sessiste (maschiliste e omofobe), gioiosamente libero dopo decenni di strettissimo regime censorio. Che il passo fosse più lungo della gamba, in termini di libertà espressiva, parve evidente praticamente subito: nel giro di qualche anno la comicità sul grande schermo del Belpaese riprese una strada più moderata, più equilibrata, con l'avvento del concetto di politically correct a indicarle la via. Per questo pellicole come Vigili e vigilesse, peraltro uno dei titoli meno noti della cosiddetta commedia sexy di quel periodo, sono oggetti bizzarri e degni di curiosità. La sceneggiatura di Massimo Franciosa ed Enzo Robutti, da un soggetto di Bruno Ruscitti, è un mischione arruffato di sketch erotico-demenziali legati assieme dall'unico, pretestuoso filo rosso della risata facile e volutamente 'bassa'; fra attori-non-attori e personaggi legati al mondo della tv, si vede quantomeno uno stuolo di (mediamente buoni) caratteristi all'azione: Andy Luotto, Mario Marenco, Stella Carnacina, Giorgio Bracardi, Tuccio Musumeci, Tiberio Murgia, Donatella Damiani, Gianni Magni, Cinzia De Ponti e tanti altri ancora. Un prodotto a suo modo, come rilevato, interessante, ma artisticamente prossimo allo zero. Mezzo voto in più per la splendida colonna sonora di Gianni Ferrio. 2,5/10.
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