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Un delitto impossibile

Regia di Antonello Grimaldi vedi scheda film

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La recensione su Un delitto impossibile

di FilmTv Rivista
8 stelle

Antonello Grimaldi ha, da sempre, più passione per i problemi della messa in scena che per i rovelli d’autore. È più attento ai meccanismi e agli incastri del racconto che alle tentazioni aleatorie di una poetica. Una trama ben costruita è una visione del mondo, mentre una visione del mondo non basta a sostenere e a giustificare una trama. “Un delitto impossibile”, liberamente tratto dal romanzo “Procedura” di Salvatore Mannuzzu, è un’ottima conferma delle capacità del regista e della sua idea di cinema. Ci sono due territori simbolici da attraversare. Il primo è quello ipercodificato e connotato del giallo: un procuratore cinquantenne muore avvelenato nel bar del Tribunale di Sassari e l’inchiesta viene affidata a Piero (Carlo Cecchi), che arriva da fuori ed è ad un punto morto della sua vita e della sua carriera. Il secondo territorio tocca la biografia di Grimaldi che inquadra con la sua macchina da presa la sua terra, la vita in una città di provincia, l’incanto vuoto della natura dell’isola. La procedura di un’indagine, anche se elude i passi giusti e non crede ai moventi troppo semplici, mette alla prova gli uomini e le donne incontrati sul proprio cammino. La verità di un omicidio denuda altre verità approssimative e di comodo e, spesso, non aiuta a capire dove si è stati. Gli attori sono bravissimi. Tempi, atmosfere, luci, messa in scena sono sobri e compiuti.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 22 del 2001

Autore: Enrico Magrelli

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