Trama
Piero, magistrato del tribunale di Palermo, viene chiamato ad indagare su un omicidio. Un giudice del tribunale di Sassari è morto avvelenato dopo aver bevuto una tazzina di caffé. Le indagini si rivelano da subito molto complesse. Si scopre infatti che il defunto aveva una relazione con una collega sposata ad un presidente della Corte d'Appello. Non solo era legattissimo a una sorella morta suicida ed era coinvolto in un traffico poco pulito.
Note
Antonello Grimaldi ha, da sempre, più passione per i problemi della messa in scena che per i rovelli d'autore. È più attento ai meccanismi e agli incastri del racconto che alle tentazioni aleatorie di una poetica. Una trama ben costruita è una visione del mondo, mentre una visione del mondo non basta a sostenere e a giustificare una trama. Il film, liberamente tratto dal romanzo "Procedura" di Salvatore Mannuzzu, è un'ottima conferma delle capacità del regista e della sua idea di cinema. Il primo è quello ipercodificato e connotato del giallo, il secondo territorio tocca la biografia di Grimaldi che inquadra con la sua macchina da presa la sua terra, la vita in una città di provincia, l'incanto vuoto della natura dell'isola. La procedura di un'indagine, anche se elude i passi giusti e non crede ai moventi troppo semplici, mette alla prova gli uomini e le donne incontrati sul proprio cammino. La verità di un omicidio denuda altre verità approssimative e di comodo e, spesso, non aiuta a capire dove si è stati. Gli attori sono bravissimi. Tempi, atmosfere, luci, messa in scena sono sobri e compiuti.
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Commenti (1) vedi tutti
Bel giallo ben diretto da un Grimaldi molto essenziale e senza inutili fronzoli. Molto bravi i protagonisti. Voto 7,5
commento di jeffwine