Regia di John Ottman vedi scheda film
"Urban Legend" è stato uno dei primi figlioletti di mamma "Scream", ed aveva a suo tempo ottenuto un discreto successo di pubblico, mentre la critica notava che sotto l'aspetto di horror un po' gore e citazionista non c'era l'anima dei capostipiti che voleva in qualche modo emulare. Il timone del secondo capitolo passa quindi da Jamie Blanks (autore anche del brutto "Valentine") a John Ottman, che tenta di far risalire le sorti della serie (che finora si è fermata a questo secondo capitolo). Siamo questa volta in un'accademia di cinema, in cui ragazzi e ragazze devono vedersela con l'esame finale che consiste nel girare un proprio film, che sarà in lista anche per il "premio Alfred Hitchcock" che premia la miglior pellicola in gara. Tra i ragazzi ci saranno rivalità, incomprensioni, invidie, delusioni, tutte storie tipiche dei teen-agers, e in più un terribile assassino mascherato da schermidore inizia a ucciderli uno ad uno. Ottman e gli sceneggiatori cercano di inserire gore e tensione, e in qualche punto ci riescono (ottima la prima uccisione, che fra l'altro sembra -davvero volontariamente?- citare la decapitazione di Rose nell'argentiano "Inferno"), ma sembrano dimenticarsi della trama e dei dialoghi: spesso freddi, statici, al limite dell'imbarazzante, e la storia si conclude con un colpo di scena che non si può chiamare tale e fa rimpiangere quello del primo capitolo (nettamente migliore). Ma nonostante tutto il film riesce a creare e a metter su un discorso sul cinema neanche troppo banale, che tra citazioni, film nel film, una postilla più cammeo della Gayheart ironico e azzeccato con tanto di musichetta di "Hitchcock presents", una descrizione cinica e mai dorata del mondo dell'immaginario cinematografico si lascia apprezzare. Anche se gli attori spesso non sono davvero all'altezza (ma la bella Morrison si rifarà nella serie "Dr. House"). Voto: 6
Ovviamente di genere.
Dialoghi, colpo di scena finale.
Già nel primo capitolo, abbastanza simpatica.
Insomma... non brilla, ma ha una piccola parte.
Il ruolo di co-protagonista nel primo "Urban Legend" è stato di Jared Leto, che personalmente adoro; Davis me lo fa abbastanza rimpiangere...
Un po' statica, senza dubbio bella, si rifarà in "Dr. House".
Qualche scena azzeccata, e un discorso sul cinema non banale. Manca forse cura più nella trama, nei dialoghi e nella fine, la regia è abbastanza di routine.
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