Regia di Peter Crane vedi scheda film
Il migliore dei due lungometraggi più mediometraggio diretti da Peter Crane per la sua Pemini Organisation, tutti diretti in meno di un biennio tra 1972 e 1974, creduti persi per decenni fino alla meritoria riscoperta e riedizione in digitale BD, dalla Arrow nel 2022, in una riscoperta di profondità del cinema britannico più segreto, (in)scoperto, degli anni'70.
Esercizio registico di stile nostalgico ed elegiaco di un passato felice e intangibile pure nelle diverse visioni dei flash-backs, su di un uomo(Keith Mitchell, ottimo), che torna per uccidersi schiacciato dai pensieri di un presente impossibile, nell'antico albergo inglese di lusso fuori stagione, delle spensierate vacanze giovanili in riviera, dopo avere lì alcuni anni prima, un capodanno, perso moglie e figlia in un incidente stradale nello stesso luogo. L'incontro in albergo fortuito e irrealistico con una giovane ragazza di venti anni meno(Angharad Rees), inconsistente e sciroccata all'apparenza ma curiosa, sembrerebbe poter mutare la traccia scritta in maniera immutabile,per l'uomo, con degli evidenti rimandi e similitudini tra questo film e ''Il Margine"(Le Marge)di Waleryan Borowczyk, con Joe Dallessandro, e Sylvia Kristel, di un paio di anni dopo.
Il finale colpisce davvero anche tecnicamente come poteva quello di "Professione: Reporter", e per il rifiuto totale di ogni qualsiasi possibile consolazione, o ricomposizione positiva.
Confermando la bravura di Peter Crane che poi avrebbe trovato carriera nella TV delle serie americane.
Un vero peccato che l'esperimento della Pemini Organisation sia durato così poco, e per così pochi film, all'interno della produzione enorme del cinema britannico di genere e non, di quegli anni.
Ted_Bundy1979
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