Regia di Bette Gordon vedi scheda film
Bette Gordon, regista televisiva e cinematografica, insegnante alla Columbia University, ha esordito nel 1973 e ha girato, nel 1985, un film accolto con qualche interesse, “Variety”, e dopo una lunga pausa, nel 1998, ha diretto “Emozioni pericolose” (“Luminous Motion”), tratto da un romanzo di Scott Bradfield. La storia è raccontata da un ragazzino, Phillip (Eric Lloyd), che onestamente mette sull’avviso lo spettatore: la sua memoria non riesce a distinguere con chiarezza la realtà dalla fantasia. Phillip legge libri di fisica e di biologia e, seduto sul sedile posteriore di una malandata automobile rossa guidata dalla seducente madre (Deborah Kara Unger), teorizza l’importanza di stare in perenne movimento. Come due atomi instabili alle prese con un grave complesso di Edipo. Sulla strada e in squallidi motel. La madre si prostituisce e alleggerisce i clienti di orologi, portafogli, carte di credito. La vita, vista dal disturbato mondo interiore del bambino, sembra perfetta, nonostante le telefonate e le “apparizioni” del padre (ancora vivo o morto?), fino al giorno in cui la madre, sempre più smarrita e intorpidita, vuole fermarsi in una casa con una “porta chiusa”. La regista, dopo venti minuti, perde il controllo di una messa in scena e di una trama così complicate. Inutili alcuni personaggi di contorno. Il territorio dei sogni è pieno di trappole, Bette Gordon cade in tutte.
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