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Cléo dalle 5 alle 7

Regia di Agnès Varda vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cléo dalle 5 alle 7

di laulilla
9 stelle

Tributo modestissimo, ma affettuoso e riconoscente, all' opera di Agnès Varda che sempre mi ha comunicato emozionanti riflessioni sul tempo che inesorabile passa, sullo sgomento per l’ineluttabilità della fine, insieme alla gioia di vivere, “fino all’ultimo respiro”, il grande e misterioso dono che è la nostra vita.

Ad Agnès Varda, la splendida novantenne signora del cinema francese, grande regista e grande fotografa, scomparsa qualche giorno fa, dedico la recensione di questo suo primo, bellissimo film


Florence, in arte Cléo (Corinne Marchand), è una giovane e bella donna, cantante radiofonica di successo, che si è recentemente sottoposta ad alcuni esami clinici di cui sta attendendo i risultati, in un crescendo di ansia e timore.

I tarocchi della cartomante, così come  le superstiziose precauzioni della sua segretaria-governante, le sembrano sinistri presagi dell’approssimarsi della morte e ingigantiscono nel suo cuore l’angosciosa attesa della diagnosi.
Il tempo del film accompagna, quasi esattamente, il tempo reale delle due ore pomeridiane (dalle 5 alle 7) che separano Cléo dall’incontro temuto col medico che si occupa di lei. Siamo a Parigi, in un giorno speciale: il primo giorno dell’estate.
Cléo, per la prima volta, ha voluto uscire da sola nella grande città, libera finalmente di vagare senza meta, guardandosi attorno, lontana da quella dimora un po’ rifugio e anche un po’ gabbia dorata, luogo delle carezze  e delle coccole che condivide con gli amici musicisti, la segretaria impicciona, l’amante che la trascura, i gatti che ne occupano ogni spazio morbido e caldo.
Con occhi nuovi, senza alcuna mediazione, Cléo vede nei luoghi abituali persone del tutto sconosciute: ascolta le loro storie, conosce il loro dolore, cerca e ritrova, infine, l’amica di sempre, che si guadagna da vivere posando in un laboratorio di scultura. Scopre che il giovane che vive con lei è un aspirante regista, che le mostra un breve film (una bella sorpresa: J. Luc Godard e Anna Karina fanno gli attori!).
Continuando nella sua passeggiata, Cléo arriva al Parco di Montsouris, dove incontra Antoine (Antoine Bourseiller), un ragazzo, militare in partenza per l’Algeria, non meno preoccupato di lei per il destino che lo attende… È l’incontro decisivo, che l’aiuterà finalmente ad affrontare la verità delle proprie condizioni di salute. Che cosa sarà di loro, non è dato sapere: si scriveranno, forse si rivedranno; si sono scambiati un bacio e l’indirizzo, ma nessuno può davvero prevedere il loro futuro.
La primavera se n’era andata con tutti i suoi fiori, per lasciare ai frutti succosi dell’estate la testimonianza della meravigliosa bellezza della vita nella sua maturità: forse era arrivato anche per Cléo il momento di abbandonare la sua vita di ragazzina viziata e protetta e di affrontare il futuro: la metamorfosi era arrivata proprio quando, al colmo dell’angoscia, aveva sentito l’urgenza di uscire dal bozzolo confortevole e di guardare finalmente fuori di sé, aprendosi al mondo e agli altri, senza illusioni, come tutti, ma decisa ad accettare le gioie e i dolori che la vita le avrebbe riservato.

 

 

Noi non sappiamo quale sortiremo
domani, oscuro o lieto;
forse il nostro cammino
a non tócche radure ci addurrà
dove mormori eterna l’acqua di giovinezza;
o sarà forse un discendere
fino al vallo estremo,
nel buio, perso il ricordo del mattino…

 

Eugenio Montale – Ossi di seppia
(Mediterraneo – VI movimento Versi 1-6)

 



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Ultimi commenti

  1. cherubino
    di cherubino

    Doveroso ricordo di Agnès Varda. Forse noi italiani non l'abbiamo potuta conoscere a sufficienza: della sua filmografia ricordo pochi titoli nei nostri cinema. Personalmente, apprezzai molto "Senza tetto nè legge" del 1985, Leone d'oro a Venezia, se non sbaglio. E consensi (e un qualche premio) anche alla indimenticabile interprete Sandrine Bonnaire.
    Complimenti a te, Lilli.

  2. laulilla
    di laulilla

    Grazie, Franco!. Pochissimo di lei è arrivato in Italia. Spero tanto in un risveglio dei nostri distributori, perché ci facciano trovare qualche rassegna a lei dedicata. "Sans toit, ni loi" è introvabile, per esempio, così come gli altri. Si trova invece il suo Visages Villages, uscito in una magnifica edizione della Cineteca di Bologna in due dischi: il DVD, Il BluRay, ricchissimo di documentazione, nonché un libretto di accompagnamento molto interessante. Bisognerebbe davvero farla conoscere di più. Buona domenica, gentilissimo Franco.

  3. ezio
    di ezio

    sei davvero una cinefila di grande passione,questo film non lo conoscevo ,come conoscevo poco la regista...ma ci sei tu,davvero grazie.....

    1. laulilla
      di laulilla

      Grazie, Ezio. Poco nota lei e poco noti i suoi film, che mi auguro trovino, anche qui in Italia, quel pubblico numeroso che meritano. Personalmente, faccio il possibile, con tutti i miei limiti. La passione non mi manca.Un saluto.

  4. ezio
    di ezio

    poi me lo sono procurato....davvero una bella opera fatta con garbo e sincerita'...devo ammettere che dopo il passaggio negativo da chi gli ha letto le carte ho seguito con interesse questa ragazza....anche per sapere finalmente questo benedetto esito medico....che come un giallo e' svelato all'oltimo minuto....che bello....

    1. ezio
      di ezio

      ....ma come ho scritto nel commento breve...in attesa dell'esito si scoprono tante altre belle cose....un gioiello....ciao

    2. laulilla
      di laulilla

      Un bellissimo gioiello. Grazie, Ezio-

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