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Blasted

Regia di Martin Sofiedal vedi scheda film

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La recensione su Blasted

di mck
7 stelle

E a Lucca, mai. E a Bobbio, mai. E in Norvegia, allora, lì sì che va bene? Ooohh!

 

 

Chi potrebbe insidiare i gradini del podio che incorona le invasioni aliene più scrause – “InvaXön”, per la Liguria (Massimo Morini & Enzo Pirrone, 2004), e quindi il Pesto, “Grabbers”, per l’Irlanda (Jon Wright & Kevin Lehane, 2012), e quindi l’Alcool, e “the World's End” (l’ultimo capitolo della Trilogia del Cornetto), per l’Inghilterra (Edgar Wright & Simon Pegg, 2013), e quindi… l’Alcool – se non “Blasted”, un film d’invasione aliena norvegese (Martin Sofiedal & Emanuel Nordrum), e quindi… laser-tag? E fu così che la Liguria scese dal terzo gradino del podio e dovette accontentarsi di una medaglia di legno. (In attesa dell’eventuale remake americano speriamo in stile “Á Annan Veg” → “Prince Avalance”.)

 

 

Secondo lungometraggio (dopo “Benjamin Falck and the Ghost Dagger”, sempre con Fredrik Skogsrud, qui ottimo co-protagonista) per il regista Martin Sofiedal ed esordio sulla lunga distanza per lo sceneggiatore Emanuel Nordrum, il film si avvale delle buone – contestualizzando il tutto al genere di operazione – interpretazioni di Axel Bøyum (il protagonista), Mathias Luppichini, Eirik Hallert (una menzione speciale per la sua caratterizzazione), André Sørum, Evelyn Rasmussen Osazuwa e, nei panni di una Marge Gunderson (Frances McDormand) / Molly Solverson (Allison Tolman) traslocata da Fargo, Minnesota (la citazione è talmente tanto evidente quanto calata dall’alto senz’alcuna ragion d’essere se non la sua essenza stessa che finisce per funzionare), alla comunità valligiana di HessDalen e alle sue fuocofatue luci allo scandio (http://www.itacomm.net/ph/2007_HAUGE.pdf & http://www.itacomm.net/ph/rebuttal.pdf) un’incredibile ed irriconoscibile Ingrid Bolsø Berdal (l’Armistice di “WestWorld”).

 


Paradossalmente armato di una propria coerenza interna (non certo tecnico-scientifica, ma comportamentale relativamente ai personaggi, sì), il film, abbastanza lunghetto (quasi due ore), “avvince e convince” il giusto, senza masi stancare, per quello scherzo che vuol essere ed è.

 

 

E a Lucca, mai. E a Bobbio, mai. E in Norvegia, allora, lì sì che va bene? Ooohh!

 

* * * ¼ - 6½     

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