Regia di Amos Poe vedi scheda film
Che la professione dell’attore abbia qualche punto di contatto con quella del criminale, lo hanno ironicamente ripetuto in molti. Il nuovo film di Amos Poe, indipendente americano (”Alphabet City“) un po’ perso di vista, prende alla lettera la metafora e immagina una scuola di recitazione con annesso teatro off-Broadway che è anche un vivaio di killer ed estorsori. Tutti al soldo di Al, corpulento impresario-boss. Eva, dotata sia come attrice che come gambizzatrice, vuole mollare, ma dovrà prima regolare alcuni conti. I vezzi cinefili non mancano (titoli di testa dopo 20’, l’ultima mezz’ora in cui tutti ammazzano tutti trascinandosi in un gioco al massacro tra Mamet e Tarantino), ma l’insieme è più balordo che bizzarro. Resta il divertimento di ascoltare, decontestualizzati, alcuni celebri monologhi, da ”L’appuntamento“ allo ”Spaccone“, da ”Il terzo uomo“ a ”American Buffalo“.
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