Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Un funzionario FBI sospetta che un commerciante di liquori, dalle frequentazioni poco raccomandabili, sappia qualcosa sull’omicidio di un sindacalista: allora induce subdolamente una giovane reporter a montare una campagna di stampa per fare pressione su di lui. Tipico film di un’epoca di riflusso come i primi anni ’80: insinua qualche dubbio sul giornalismo d’assalto stile Tutti gli uomini del presidente (in tal senso il titolo italiano è più esplicito dell’originale Absence of malice), e qua e là rischia anche di sconfinare nel reazionario (“Ha mai sentito parlare delle femministe?” “So che sono donne molto brutte”); ma alla fine, secondo la migliore tradizione americana, l’individuo armato solo della propria astuzia riesce a liberarsi dalle trappole ordite dal potere. Grande resa dei conti dentro una stanza chiusa: da vedere e rivedere, per chiarirsi concetti quali “legalità” e “garantismo”. La sottotrama sentimentale non c’entra nulla, ma si sa che Pollack deve sempre infilarcene una.
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