Taiwan, oggi. Il padre N.J. lavora in una società di informatica e comincia a chiedersi se la sua vita avrebbe potuto essere diversa. La madre Min-Min sente il vuoto delle sue giornate e si rivolge per avere qualche risposta al santone di un monastero. La figlia adolescente Ting-Ting scopre i primi brividi amorosi. Il piccolo Yang-Yang, il filosofo di casa, fotografa la nuca di ciascuno per aiutarlo a "scoprire l'altra faccia della verità", quella che nessuno riesce a vedere. Nella vita del padre riappare dopo trent'anni una donna di cui era innamorato. La nonna si sente male ed entra in coma. C'è anche un delitto...
Note
Qualche anno fa, il quotidiano francese "Libération" pose ad alcuni registi una semplice domanda: perché fate dei film? Edward Yang rispose con una risposta altrettanto semplice: "Perché fare dei film mi permette di evitare di parlare". "Yi yi" è un film semplice e dolce. È semplice come il suo titolo che significa "uno, uno" ed equivale al nostro "e uno, e due", espressione usata dai musicisti per dare il tempo di un brano. E uno, e due, e via per quasi tre ore di un film da cui Yang vorrebbe che uscissimo "contenti come se fossimo andati a incontrare degli amici". Yang aggiunge: "Se gli spettatori, dopo il film, dicessero invece che hanno incontrato un regista, il mio film sarebbe un fallimento". È vero che la regia non si sente, non pesa. Ma la si vede, e come, nel gusto della composizione di ogni inquadratura, nella limpidezza e naturalezza dello sguardo.
Delizioso e crudele! Al netto delle ipocrisie alto borghesi e di un sincero mal de vivre, i personaggi trasudano egoismo e insensibilità verso chiunque, familiari compresi. Yang, con tono irresistibilmente lieve e benevolo, ci dà il quadro di un'umanità urbana anaffettiva, ormai alla deriva nell'oceanica società liquida degli anni 2000
Voto 10/10 Bellissimo. Ultimo film del taiwanese Edward Yang, regista che negli anni ’90 ci aveva dato un altro capolavoro di fondamentale importanza come “A brighter summer day”, è una cronaca familiare suggestiva, poetica e profonda. Yang ci fa assistere alle vicende dei membri di una famiglia di Taipei, dal padre NJ che durante un viaggio di affari a Tokyo ritrova una… leggi tutto
Diciamolo subito questo film non è un capolavoro: troppo lungo (168 minuti), lentissimo, con troppi personaggi; ma non si può negare la sua originalità, la sua intelligenza e il suo modo di raccontare la vita, cioè l'amore, la tristezza, la morte, il matrimonio e moltissime altre cose con sincerità. Merito del regista. Tuttavia non consiglierei a chi non ha… leggi tutto
Secondo uno dei personaggi del film, il cinema triplica le emozioni rischiando quindi di moltiplicare situazioni come la malinconia e la solitudine, eppure visto da un altro punto di vista, ci permette probabilmente di vivere più intensamente per il poco tempo che ci rimane. Edward Yang al suo settimo e purtroppo ultimo film, gira la summa di tutta la sua poetica con Yi Yi. E uno...…
Voto 10/10 Bellissimo. Ultimo film del taiwanese Edward Yang, regista che negli anni ’90 ci aveva dato un altro capolavoro di fondamentale importanza come “A brighter summer day”, è una cronaca familiare suggestiva, poetica e profonda. Yang ci fa assistere alle vicende dei membri di una famiglia di Taipei, dal padre NJ che durante un viaggio di affari a Tokyo ritrova una…
Ogni tanto si trova notizia sul web di un nuovo sondaggio organizzato fra critici internazionali per stabilire i migliori film della Storia del Cinema, e in… segue
Certi film per smascherare i meccanismi dell'esistenza ci fanno conoscere un personaggio nelle varie fasi della sua vita. Questa tecnica si trascina dietro un'inevitabile componente storica. Yi Yi invece, con il suo cast corale e variopinto a livello generazionale, riesce a sospendere questi meccanismi nel tempo rendendoli universali, per quanto Yang dia importanza alla modernità e…
Vite straordinariamente normali a Taipei, accesa capitale (finanziaria) del Taiwan. I giorni si ripetono uguali per l'essere umano: lunghe camminate fra i grandi palazzoni illuminati, ritorni a casa dalla famiglia, litigio o freddezza, ostilità. Giunti alla fine del proprio progresso, gli uomini cominciano ad avvertire, nello spazio che li circonda, la palpabile insignificanza della loro…
Facendo seguito alla mia playlist precedente sui titoli in italiano non comprensibili, ho pensato ora di silarne un'altra dove i titoli sono pure incomprensibili, ma, ancora peggio, sono stati lasciati nelle lingue…
Voto 6. Troppo lungo ed articolato in diverse sottotrame, non facilissime da seguire, questo film esistenzialista mi ha un po’ deluso. Sono ritratte tante situazioni umane e sociali, con una narrazione corale, garbata e senza enfasi. Ma resta una sensazione di incompiuto e di irrisolto. Mi chiedo anche perché la critica continui ad impazzire per film come questi. [07.04.2007]
Diciamolo subito questo film non è un capolavoro: troppo lungo (168 minuti), lentissimo, con troppi personaggi; ma non si può negare la sua originalità, la sua intelligenza e il suo modo di raccontare la vita, cioè l'amore, la tristezza, la morte, il matrimonio e moltissime altre cose con sincerità. Merito del regista. Tuttavia non consiglierei a chi non ha…
Accolto dalla critica internazionale come un autentico capolavoro, non a caso ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 2000, "Yi Yi" è un'opera che richiede allo spettatore medio pazienza e attenzione. Pazienza perché le tre ore di film sono tutt'altro che leggere e scorrevoli; attenzione per entrare nella storia e seguire le molteplici vicende che animano questo…
Carte in tavola: “Yi Yi” è uno dei grandi film dell’anno. Peccato che esca adesso e saranno in pochi a vederlo. Pochi ma fortunati. Qualche anno fa, il quotidiano francese “Libération” pose ad alcuni registi una semplice domanda: perché fate dei film? Edward Yang rispose con una risposta altrettanto semplice: «Perché fare dei film mi permette di evitare di parlare». “Yi Yi”…
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Commenti (2) vedi tutti
Delizioso e crudele! Al netto delle ipocrisie alto borghesi e di un sincero mal de vivre, i personaggi trasudano egoismo e insensibilità verso chiunque, familiari compresi. Yang, con tono irresistibilmente lieve e benevolo, ci dà il quadro di un'umanità urbana anaffettiva, ormai alla deriva nell'oceanica società liquida degli anni 2000
commento di Inside manVOTO : 6,5 Film carino ed interessante, anche se probabilmente la storia è stata decisamente troppo dilatata.
commento di supadany