Regia di Amerigo Anton (Tanio Boccia) vedi scheda film
Un anomalo spaghetti-western. Dopo un avvio scoppiettante, l'azione si sposta in un villaggio abbandonato ove si incontrano - e scontrano - diversi personaggi, e per qualcuno sarà la fine. Ho apprezzato la visione sia per la ricostruzione del villaggio, recante le tracce di un remoto benessere, ma ormai in rovina e costantemente battuto dai venti, quasi sospeso in una dimensione eterea, sia per la connotazione di alcuni personaggi, molto sfumati nella caratterizzazione, "imperfetti" nel loro essere positivi o negativi: c'è l'avventuriero che vaga disarmato e si prodiga nel salvataggio di fanciulle in difficoltà, ma che all'occorrenza sa essere furbo, brano nel maneggiare le armi, privo di scrupoli nell'uccidere e nell'appropriarsi di un bottino; c'è la "banditessa" civettuola e spregiudicata, che si lascia coinvolgere in piccoli bisticci con un'ostaggio donna; un'anziana un po' folle, che, nel momento della morte, prova pietà per il capo dei banditi, barbaramente ucciso; infine uno dei banditi, succube del capo della banda e della sua donna, e contemporaneamente pronto a torturare sadicamente un suo prigioniero, finchè questi è alla sua mercè. La storia è abbastanza semplice, il finale scontato. Non è un film leggero: non c'è alcuna ironia ed il regista concede molto spazio a situazioni "crude". Gradevole la colonna sonora, anche se si limita ad incorporare un brano cantato e pochi motivetti.
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