Regia di Adriano Tagliavia vedi scheda film
La 'guapa' del titolo è Gloria, giovane operaia insoddisfatta della vita, che abita con una zia che a fatica la sopporta e trova soddisfazione solamente in una cosa: la discodance. La corte spietata di Pippo non la sfiora, mentre si innamora di Bruno, ignorando che l'uomo sia sposato; a tale delusione si aggiunge il licenziamento dalla fabbrica in cui lavora: ancora una volta a salvare Gloria sarà proprio la discoteca.
Bizzarro esperimento a base di commedia rosa di costume con inserti in stile musicarello, questo Baila Guapa; opera prima dietro la macchina da presa per il montatore Adriano Tagliavia, la pellicola è scritta da Gustavo Palazio e per un'oretta circa racconta le peripezie amorose di Gloria, giovane senza tante aspirazioni nella vita, ma appassionata di discodance. Poi, la netta sterzata: dopo aver messo in scena le più o meno scontate vicissitudini sentimentali della protagonista, che non ama il tizio che la ama, ma ama un tizio che non la ama (e per giunta è pure sposato), ecco che arriva Renato Zero. O, meglio, non arriva proprio: e quindi Gloria si ritrova a intrattenere col suo ballo – al posto dell'esibizione del cantautore – il pubblico di sorcini comprensibilmente insoddisfatti che popola la discoteca. Abbastanza delirante come escamotage per uscire da una storia all'impasse, ma comunque a suo modo divertente. Si apprezza qualche timido sforzo alla ricerca di un quadro sociale realistico in cui ambientare le vicende della protagonista, mentre le velleità più dichiaratamente comiche svaniscono all'uscire di scena da parte di Vincenzo Crocitti (sempre encomiabile). Altri interpreti di rilievo: Giancarlo Prete, Erna Schurer e, nei panni di Gloria, l'omonima Gloria Piedimonte, imperfetta ma non disastrosa. 3/10.
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