Regia di Andrea Di Stefano vedi scheda film
Che l'andare in pensione sia un passo agognato ma anche, a volte, destabilizzante, ce lo spiega bene Andrea Di Stefano, con un film cazzuto come pochi. A parte gli scherzi, il mix di Favino, che continua a infilare un grande ruolo dopo l'altro, di una storia tesa e ben oliata e di una Milano notturna e "noir", sorprendentemente efficace, fanno di questo "L'Ultima Notte di Amore", una piacevolissima sorpresa e una discontinuità nel cinema italiano, certamente poco avvezzo a questo genere così caro, per esempio, ai francesi. Due ore secche che volano via senza allentare mai la tensione, con un'ottima alchimia fra gli attori, un breve prologo e poi via, che si parte sull'ottovolante delle tangenziali milanesi, fra luci al neon, fari d'automobile, pistole cromate e una vita integerrima che si sgretola in poche ore. Succede tutto in una notte per il poliziotto della mobile Franco Amore, 35 anni di onoratissima carriera, che per un atto di bontà, salva la vita a un boss cinese, si ritrova, quasi suo malgrado, coinvolto in una storia da mala anni settanta, se non fosse per i cinesi. Trama semplice ma realizzazione filmica eccellente, da parte di un regista che fino a questo film non è che avesse brillato di luce propria. L'unico difetto è il suono in presa diretta e l'uso, ogni tanto, del dialetto che rende certi dialoghi difficili da capire. E' un film quasi tutto sussurrato, notturno, se non nell'apice della tensione, circa a a metà film. Di genere ma notevole, con un Favino, come già scritto, perfettamente nel ruolo. E Milano, Milano che fa la sua parte, come un'attrice protagonista. Da non perdere.
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