Regia di Andrea Di Stefano vedi scheda film
Milan l'è un gran Milan, ma cu sangu e tensiò...!
A pronunciarne il titolo sembrerebbe di parlare di un melodramma poliziesco romantico stile fiction mediaset o rai.
A leggerlo attentamente invece il significato cambia per una sola lettera in maiuscolo.
A vederlo infatti conferma ciò che è.
Un poliziottesco noir come negli anni '70.
Franco Amore, nella sua ultima notte da poliziotto e durante la festa a sorpresa per il pensionamento, verrà chiamato dalla centrale per un incidente in tangenziale a Milano. Arrivato sul posto troverà un'auto carbonizzata e un corpo senza vita steso a terra. La vittima sembrerebbe molto cara a Franco.
E qui stoppo con la trama. Semplicemente perchè il film comincia a lavorare molto di sceneggiatura e lo spoiler è in agguato.
Posso dire che la narrazione comincia ad essere più lineare nella seconda parte, dato che la prima è un flashback che racconta un antefatto del protagonista che cambierà prospettiva e contestualizzerà i personaggi, le loro azioni, quello che è successo, che sta' succedendo e succederà nella storia. Si toccano tematiche di corruzione, di malavita e onestà messa duramente alla prova.
La tensione è palpabile e costante nel film fino a toccare picchi altissimi almeno tre volte. Ogni tanto verrà smorzata con piccole trovate ironiche, ma senza invaderne l'atmosfera cupa e le sfumature caratteriali dei personaggi. Quasi nessuno di loro è veramente del tutto buono.
Tra l'altro interpretati benissimo. Un Pierfrancesco Favino stavolta molto ben calato nella parte, l'italianese praticamente non esiste, ma parlano in forte accento calabrese e milanese fino a volte a sbiascicare; come deve essere per rendere credibile il tutto.
I dialoghi non sono tanti, ma anche solo dalle immagini si può capire tutto tranquillamente.
L'azione c'è, per niente spettacolarizzata, ma cruda e sanguinolenta, la messinscena è ottima, una regia praticamente perfetta con inquadrature al servizio della narrazione e dei personaggi. Un montaggio serrato e in alcuni punti chirurgico e una fotografia che risalta il giallo soprattutto nelle scene in notturna e tendente al cupo.
Musiche e sonoro che a volte si mescolano creando atmosfera, un po' come si è visto in Suspiria.
Certo, in un paio di occasioni ci sarebbe bisogno della sospensione dell'incredulità nell'accettarle e una sola scena mi è sembrata un po' montata precipitosamente.
Un finale potente e un'ultima scena come non se ne vedevano da molti anni.
Finalmente nel cinema italiano rispolveriamo un genere che pareva sepolto, dopo Mixed by Erry speriamo ancora in un altro film di genere fatto come si deve e senza rendere a nessun algoritmo che ci vuole buonisti, ripetitivi e cinepanettoriani.
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