Regia di Fabrizio Lori vedi scheda film
Michele Alemanni, uomo di cultura e politico di non smodata ambizione, è sposato con Rita, figlia del suo dirigente di partito, il quale immagina per lui un buon avvenire. Un giorno, Michele è vittima di un attentato : subisce la gambizzazione. Prima persona a soccorrerlo è una ragazza, la quale, successivamente, si allontana lasciando all'uomo un suo foulard. I due si incontrano casualmente alcuni giorni dopo, ed iniziano a vedersi. Michele perde ben presto la testa per l'avvenente ragazza, la modella ed attrice Viva Montero; per lei lascia Rita, compromette la carriera politica e s'impegna per far disintossicare la sua nuova fiamma in clinica, dal momento che Viva è un'eroinomane. L'ex-suocero, non accettando il nuovo stato di cose, passa al contrattacco. Diretto dal regista romano Fabrizio Lori, "Il Falco E La Colomba" è un dramma sentimentale. Il film racconta del breve e tormentato amore tra Michele e Viva. Uomo politico di una indefinita fazione, uso agli intrighi di palazzo e, al tempo stesso, persona di cultura - supervisiona attività teatrali di supporto al partito - Michele, la cui vita sentimentale langue, incontra Viva, giovane, coraggiosa, bella, intraprendente, al tempo stesso psicologicamente fragile, schiava dell'eroina e dell'uomo, violento e pericoloso, che la procura. Michele s'innamora rapidamente della ragazza; a sue spese la fa rinchiudere in un istituto, ove viene disintossicata e nel frattempo si separa da Rita. Tutto cià non può essere tollerato dall'ex-suocero; sorprendentemente, la vicenda sentimentale di Michele non lo interessa più di tanto, ma teme di perdere un valente gregario. Pertanto, fa in modo di annullare gli sforzi di Viva. La giovane, ancora insicura a causa del recente trauma, si convince che il suo "sogno" non può durare. Ed infatti è così. E' indotta ad iniettarsi nuovamente la droga; Michele è arrestato poichè lo stupefacente è rinvenuto in un'abitazione nell sua disponibilità. La giovane Viva, ormai priva di speranze sul futuro, proprio ed altrui, si suicida. Il film abbozza una critica sociale, senza, tuttavia, colpire nel segno. Il partito politico cui appartengono Michele e suocero ha una sigla di fantasia ed è privo di simboli; dunque, il "marciume" ravvisabile al suo interno non può essere ricondotto ad una specifica compagine dell'epoca, inizio anni '80. C'è il riferimento alle tensioni dei recenti "anni di piombo", ma la vicenda dell'attentato è tratteggiata con scarso realismo; si riduce ad un escamotage per introdurre il tema portante del film, l'amore impossibile tra una "drogata" - peraltro, eroinomane : secondo il pensiero dell'epoca, già condannata a morte - ed un politico. L'ostacolo non è rappresentato da rancore o rabbia, bensì da calcolata ambizione legata alla spregiudicatezza dei "potenti". L'azione del suocero di Michele è poco credibile; come può prevedere che, pur allontanata Viva, il giovane politico sia ancora disposto a mettersi in gioco per il progresso del partito ? L'elemento più riuscito è la caratterizzazione del protagonista - interpretato da Fabio Testi - certamente originale. E' una persona sincera, coraggiosa, dai modi schietti e decisi. Decisamente fuori posto nel marcio ambiente delle politica e destinato alla sconfitta perchè ormai legato a doppio filo con esso. Viva Montero, personaggio tragico, è interpretata dall'attrice tedesca Lara Wendel. Ugo Bologna recita nei ruolo del suocero di Michele. Ho scelto di vedere questo film dopo essere entrato in possesso di uno dei DVD, distribuiti in tiratura di 999 copie; sono rimasto deluso. Scialbo e scontato nella ricostruzione della vicenda sentimentale, poco deciso nella critica sociale, non consiglierei la visione se non a chi apprezza Fabio Testi, la cui recitazione non è malvagia, o prova una particolare curiosità per opere molto poco conosciute.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta