Regia di Michael B. Jordan vedi scheda film
Possiamo a ragion veduta parlare di saga anche per Adonis Creed, figlio di Apollo, le cui vicende sportive ed umane hanno raggiunto il terzo episodio firmando di fatto una trilogia, affine ma oramai distinta dalla saga di Rocky
La novità è che stavolta manca Stallone (si sente), e alla regia c'è il protagonista Michael B. Jordan all' esordio dietro la cinepresa, impegnato a raccontarci una storia che di fatto è la solita, sembra scontata e paga qualche ingenuità in fase di sceneggiatura, ma che invece presta al fianco ad una lettura su più livelli.
La vita dei ricchi intanto non è sempre così bella. Non tutti i problemi si risolvono con il denaro, il film lo mostra chiaramente , tra problemi di salute , sensi di colpa ed incomunicabilità familiare. E poi c'è un amicizia infranta , vero perno di questo grande film, che si attorciglia con il passare dei minuti come un anaconda attorno ad Adonis, ingigantendone il rammarico per scelte volute e non che non si possono cambiare; perché lui forse ha più colpe dell' amico di gioventù Damian (interpretato da Jonathan Mayors non un granché ), riemerso da un oscuro passato come uno spettro, per reclamare la sua chance di vita. Avrà le sue rivincite, la più bella delle quali fuori dal ring, in una delle ultime scene, in cui impareremo come si misura la grandezza di un uomo.
Oltre che tecnicamente superbo nelle coreografie sul ring ( sono state impiegate camere ad altissima risoluzione ), è bellissimo il match nel match: uno scambio di colpi inscenato come fosse in un limbo, alienato dalla realtà, quasi un altra dimensione che contestualizza ciò che a volte significa la boxe: un modo per regolare i conti, per scontare le proprie colpe.
Solito cast nel quale si rivedono oltre a Tessa Thompson e Philycia Rashad rispettivamente nei ruoli di moglie e madre del protagonista, anche Big Nasty Monteanu ( il figlio di Ivan Drago) , il coach storico interpretato da Wood Harris, e Tony Bellew ( rivale di Adonis nel primo film del 2015). Non ai livelli dei primi due episodi, ma parliamo di buon cinema
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