Regia di David Lynch vedi scheda film
Il surrealismo fatto film.
Non c'è trama, non c'è modo di distinguere il sogno dalla realtà. Lynch sin dal principio denota marcatamente i tratti distintivi di quello che sarà il suo cinema anticipando i futuri capolavori Twin Peaks, Mulholland Drive e soprattutto il non-film per eccellenza: Inland Empire - L'impero della mente.
I contenuti sono molto forti, le immagini alle volte disturbano, le musiche sono fastidiose quanto basta. La visione della vita è completamente nera, senza possibilità di scampo, non si riesce a capire cosa è peggio: la realtà o il sogno? Ma qual è il sogno? Quale la realtà? Solo in paradiso, forse, si starà meglio. Forse... o forse no. La fine del film non lo fa capire, lascia intravedere un barlume di salvezza nella congiunzione tra lo sfortunato protagonista infanticida e la ballerina dalle grandi gote ma non da certezze. Magari la nuova dimensione sarà ancora peggio di quella precedente.
Non è corretto a mio modo di vedere dare un voto finale al film, non è giusto dare un voto a un sogno o a un incubo (ma filmtv mi costringe e allora non posso esimermi dal "6 politico"). Ognuno dev'essere libero di provare le emozioni che vuole. Magari anche solo vedendo Eraserhead in due fasi diverse della propria vita si potranno provare sensazioni antipodali. Il risveglio dopo un sogno lascia stati d'animo differenti in ogni persona: può farci sentire soddisfatti o insoddisfatti, felici o infelici, può riportarci coi piedi per terra dopo aver volato, può corroderci l'anima costretta in una realtà opprimente e frustrante, ma di certo non può e non potrà mai lasciarci indifferenti.
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