Regia di David Lynch vedi scheda film
Opera prima di Lynch di carattere decisamente sperimentale, girata in maniera semi-clandestina, di notte, nell'arco di quattro anni, con un finanziamento dell'American Film Institute che garantiva, comunque, un budget piuttosto ristretto. Film volutamente irraccontabile e senza trama, in cui contano essenzialmente le immagini e il loro potere di suggestione onirico/morboso, risulta eccezionalmente accurato nella messa in scena, a partire dal sonoro dove predominano rumori opprimenti e disturbanti, fino alla composizione dell'immagine e al montaggio, con rimandi cinefili al Bunuel surrealista di Un chien andalou e al Cocteau di Le sang d'un poète. Molto amato da Stanley Kubrick, che arrivò a dichiarare che Eraserhead fosse uno dei pochi film diretti da altri registi che gli sarebbe piaciuto realizzare, risulta in qualche modo speculare al grandioso "2001:odissea nello spazio", soprattutto per le immagini iniziali che ci mostrano il viso del protagonista in sovraimpressione ad un misterioso pianeta; in questo caso, comunque, abbiamo a che fare con un'odissea puramente mentale ed interiore, un viaggio nei meandri più oscuri dell'animo umano. Nonostante l'ermetismo e la difficoltà di comprensione di certe immagini e dettagli narrativi, resta, in definitiva, il racconto di un uomo imprigionato in un'esistenza triste e senza prospettive, che cerca una via di fuga provvisoria nel sogno che, però, si tramuterà velocemente in un incubo. Le immagini della morte del bebè mostruoso non si dimenticano facilmente, mentre la cantante deforme nel radiatore canta "In Heaven everything is fine". Nel Paradiso, ma non su questa terra...
voto 9/10
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