Regia di David Lynch vedi scheda film
"Eraserhead" è l'incubo che si fa materia, la vita che si fa carne e pulsa non più di emozioni, bensì di spasmi fisiologici, di eccessi di bile e di fiotti di sangue. La sostanza del film è un medley di ectoplasma onirico: nella storia non ci sono la continuità del sentimento e la consequenzialità della ragione a tenere insieme le varie parti, perché il sogno non recupera il filo del ricordo, bensì preleva il contenuto della memoria in ordine sparso, proiettandolo verso scenari nuovi ed estranei e rendendo sconosciute e diverse le cose e le persone a noi più familiari. Il cervello, nel sonno, cessa di "scrivere" – come il protagonista Henry Spencer, uno stampatore in ferie, che porta nel taschino penne che non usa mai – e si mette a "cancellare": in questo modo polverizza l'anima, con le sue categorie ormai consolidate, e restituisce soltanto le mostruose reificazioni delle nostre paure inconfessate. È come se la testa esplodesse, seminando tutt'intorno brandelli di viscere: entità filamentose e indifferenziate che somigliano a larve umane. Lo sviluppo incompiuto è un tema dominante del film, e tocca un po' tutti gli esseri viventi, dal neonato fermo allo stadio embrionale, alla nonna morta, eppure apparentemente ancora viva, fino al pollo adulto che ha le dimensioni di un pulcino. E in ciò si riscontra un'altra caratteristica del sogno, che procede per associazione e, comprimendo spazio e tempo, non è in grado di far evolvere e maturare i pensieri. "Eraserhead" è un angolo privato e notturno, uno sgabuzzino della psiche in cui David Lynch ha deciso di tornare ad abitare da sveglio: un'escursione della coscienza nell'inconscio, in cui, a dispetto della connotazione strettamente individuale, è riuscito a trascinare anche noi, con la forza avvolgente di un inspiegabile incanto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta