Regia di David Lynch vedi scheda film
Un limbo onirico e allucinatorio esplorato attraverso gli strumenti di una mediocre concretezza, col freudiano principio di piacere tenuto fermamente sotto tiro dall'opposto principio di realtà.
Un dormiveglia da raccapriccio, in sospensione tesissima fra un lancio in caduta libera fra le pieghe della psiche e l'apertura di un paracadute "raziocinante" che filtra, tenendola a debita distanza, la tentazione al surrealismo (e anche all'astrattismo e all'espressionismo), proprio come se si trattasse di un incubo attraversato a mente accesa: in altre parole, l'esordio di David Lynch è un limbo onirico e allucinatorio esplorato attraverso gli strumenti di una mediocre concretezza, col freudiano principio di piacere (cordoni spermatici/embrionali/ombelicali, termosifoni piliferi, vasche e crateri vaginali, polli arrosto con le mestruazioni, frammenti di cancellino "cerebrale" che si sparpagliano nell'aria e dai quali è tratto il titolo dell'opera) tenuto fermamente sotto tiro dall'opposto principio di realtà (i cascami dell'industrialismo in rovina che vanno a comporre la squallida ambientazione, la nevrosi deteriore dei rapporti familiari). Prende avvio da "scaglie" cosmiche perturbanti alla 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick – il quale rimase a propria volta stregato dal film (vedi Shining) – ma poi va a lavorare su un magma stordente e praticamente del tutto inedito, tra generi al collasso e istericamente appaiati (drammatico, musical, orrore, grottesco) e trucchi visivi da storia del cinema, con gli occhi sbarrati e i capelli sparati di Jack Nance che introiettano tutte le frustrazioni e le aspettative più angoscianti legate alla paternità (l'incontro coi genitori della fidanzata Charlotte Stewart, il bebè deforme che va accudito, la piccolezza del maschio che è messo alle strette dal fallimento). Di geniale avanguardia il sonoro minaccioso di Alan Splet. Scritto, prodotto e montato dal regista (talmente ossessionato dal progetto da vendere la casa e divorziare dalla moglie).
Musica di Peter Ivers. In Heaven è il brano cantato dalla ragazza con chioma platinata e guanciotte rigonfie all'interno del teatrino dell'inconscio.
Voto: 9 — Film ECCELLENTE
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