Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film
Robert Guédiguian spiega il suo cinema. E s’inventa due sceneggiatori che devono scrivere un film ambientato nel quartiere preferito del regista, l’Estaque di Marsiglia, dove una famiglia di origine italiana gestisce un garage tra soldi che non bastano mai, banche che incalzano e padroni che non pagano con l’escamotage della “liquidazione fallimentare”. I due autori hanno ironia da vendere e distacco sufficiente per non cadere nei tranelli del manicheismo che si prende sul serio. E quindi si buttano prima nel musical alla Jacques Demy, poi nel cinema del Fronte Popolare (aggiornato ai tempi della globalizzazione), non dimenticando le urgenze sociali filtrate attraverso una neofilosofia a metà strada fra il pragmatismo cosmico e il romanticismo classico. Tipo: «Se ci occupassimo meno a pensare grandi cose, faremmo più capolavori»; o «Ci sono due cose importanti nella vita: la lotta di classe e il sesso». Gli amatissimi personaggi sognano e cantano (“O bella ciao” a manetta) e lo schermo s’illumina d’immenso.
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