Regia di Mounia Meddour Gens vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:HOURIA
Dopo Non conosci Papicha, la regista Mounia Meddour continua a raccontare l’Algeria moderna attraverso le discriminazioni del ruolo della donna.
Se nel film precedente, rivelazione al Certain Regard, la protagonista voleva diventare stilista di moda negli anni ’90 in Houria il sogno di emancipazione passa attraverso il ballo e mette indirettamente a confronto L’Algeria di Oggi con quella del passato.
Houria è una ragazza che sogna di entrare nel Balletto Nazionale Algerino, sua madre è la severissima insegnante di danza che la martella costantemente alla perfezione perché un famoso coreografo andrà a vedere il suo Lago dei Cigni con la figlia protagonista.
Houria però per mantenersi fa la donna delle pulizie in un albergo insieme alla sua migliore amica e scommette buona parte dei risparmi nei combattimenti clandestini tra Arieti con i nomi di uomini di potere (Putin, Trump, Obama o Bin Laden) tutto questo con il solo obiettivo di comprare una macchina alla mamma come segno di ringraziamento per i suoi sacrifici.
Ma proprio la sera della Grande Esibizione, lei vince contro il tipo sbagliato che la picchia in maniera vigliacca per rubarle i soldi.
Risultato la rottura della caviglia che significa addio ai sogni di gloria e la perdita dell’uso della parola per il trauma.
Houria comincia un percorso di riabilitazione con donne che hanno avuto un vissuto peggiore del suo.
E in questo passaggio la regista ne approfitta per raccontare una realtà algerina che nel corso dei numerosi anni di Guerra Civile non ha visto nessuna evoluzione del ruolo della donna.
Davanti a sé si trova donne chiuse nel loro autismo violentate dai terroristi, una donna distrutta dalla perdita dei figli durante un attentato, la migliore amica che sogna un mondo migliore in Spagna ma per ottenerlo deve attraversare il mare di notte in preda a scafisti senza scrupoli, la mamma in lacrime che racconta del sacrificio estremo del padre reo di averle fatto guidare la macchina (il momento più bello e intenso del film).
La società algerina che non aiuta il processo di denuncia di queste violenze attraverso una polizia assente e diffidente che preferisce difendere l’aggressore perché un terrorista pentito e avvocate una volta in prima linea per difendere i diritti delle donne ormai inserite nel nuovo gioco delle parti.
Ed in questo contesto, Houria decide di fare il gesto più coraggioso: aprire una scuola di danza per ragazza sordomute e vittime di violenza.
La sua voglia di vivere e lottare viene percepita da tutta la classe che troverà nel ballo un nuovo modo di comunicare e farsi capire dal mondo esterno.
Un grido muto di speranza e libertà.
Per ottenere questo toccante risultato, la regista Mounia Meddour si affida all’affiatamento del cast del film precedente e in particolar modo al carisma e allo sguardo della bravissima Lyna Khoudri capace d’incarnare la voglia di emergere e imporsi di tutte le donne algerine.
Voto 7,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta