Regia di Lucrecia Martel vedi scheda film
No ho parole;per quello che reputo il film più sensoriale di sempre, non ho veramente parole. Quanto di più vicino al genio di Clarice Lispector si sia visto al cinema, ma anche al "bestiario" di Cortazar,a certe figure di Silvina Ocampo, alle tele di Eric Fischl e Alex Colville, al "faro" di Virginia Wolf. Senza contare Leopoldo Torre Nilsson, Antonioni, Pialat, Bresson, Cassavetes, Depardon,il silenzio di Bergman e il piglio sospeso di un Victor Erice. Un film di coscienze enigmatiche, di collassi di identità personale, di incesti impossibili. Si può "sentire" mentalmente un ratto africano?Si può impedire che una serva da carnevale infranga sospetti morbosi? I personaggi de La Cienaga tentano simili operazioni .Assolutamente straordinario e da mandare a memoria (soprattutto uditiva) frame by frame.
Innovativa,impietosa, lucidissima e dannatamente originale nella "frammentazione" dello spazio (e qui ritorna il solito Bresson...)e nell'uso del sonoro (scricchiolante, evocativo, inquietante, umido). Rigorosa oltre ogni dire nelle focalizzazioni progressive che tessono il tutto,maniacale nella composizione del quadro (caotico nella sua immobilità), inarrivabile quando riesce a creare un'intensità con un niente. Lei è Lucrecia.
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