Regia di Robert Morgan vedi scheda film
Metafora sulla difficile condizione dei "figli d'arte", la cui capacità artistica ed espressiva è messa in ombra dal nome importante del genitore. Horror psicologico ben girato, ma che si perde sin dal principio in un labirinto di "doppi sensi e significati occulti" mal espressi e poco sviluppati.
Ella (Aisling Franciosi) subisce l'influsso negativo di una madre prepotente, almeno quanto celebre. Autrice internazionale di film girati con la tecnica dello stopmotion, Suzanne (Stella Gonet) soffre di un'artrite deformante che le impedisce di applicarsi "materialmente" all'animazione dei suoi pupazzi. Consapevole di essere agli ultimi giorni di vita, impone un ritmo di lavorazione alienante alla figlia dettandogli ordini e facendogli posizionare, senza soluzione di continuità, i piccoli modelli per poter concludere un film fantastico sui ciclopi. La salute di Suzanne peggiora considerevolmente, tanto che la donna sprofonda in uno stato di coma profondo. Ella tenta di isolarsi e terminare il lavoro della madre, ma poi - suggestionta dai consigli di una strana ragazzina (Caoilinn Springall) - finisce per iniziare un nuovo, inquietante, progetto: la storia di una bambina sperduta nel bosco, inseguita da una abominevole creatura chiamata Ashman, suddivisa in tre atti. Tra allucinazione e delirio, ormai in uno stato di depressione irreversibile, Ella utilizza carne di animale per dare mostruosa e realistica forma ai pupazzi che diventano sempre più un chiaro, evidente, sintomo di follia ormai degenerata e in prossimità dell'eccesso. A nulla servono i tentativi di farla tornare alla ragione, sostenuti dal fidanzato Tom (Tom York) e da sua sorella Polly (Therica Wilson-Read).
Stravagante esemplare di cinema horror surreale e metaforico che sprofonda sin da subito in una direzione pericolosamente cerebrale, tanto da rendere incomprensibile più volte il senso degli avvenimenti e, cosa peggiore, azzerare l'interesse per la sorte di personaggi poco credibili per quanto verosimilmente inconsistenti. Il regista Robert Morgan, anche autore della sceneggiatura assieme a Robin King, si perde in un labirinto di significati allegorici (la bambina perversa e psicologicamente contorta che vede solo Ella è forse se stessa da piccola?) in grado di far passare in secondo piano la buona tecnica cinematografica e l'eccezionale lavoro di animazione, così come l'ottima performance di Aisling Franciosi (attrice di buon talento e altrove autrice di colonne sonore). La deriva gore finale giunge del tutto innocua e priva d'effetto spettacolare essendo ormai crollato, come un castello di carte mal posizionate, l'intero impianto narrativo dell'opera. Stopmotion è il classico esempio di cinema pretenzioso, ben fatto ma mal scritto, ben recitato ma disorientato da una conduzione pseudo-autoriale che, as usual, contrasta con il genere in senso stretto e limita il ritmo cinematografico, cioè a dire nega allo spettatore una più semplice, perciò appagante, esperienza di visione.
"Il luogo della mia passione di pensiero è il rapporto tra ragione e follia. Ben consapevole che la follia ci abita e che è il costitutivo. Che è ciò che ci tratteggia anche somaticamente, per cui abbiamo questa faccia per quel tanto di follia da cui ci siamo riusciti a far invadere."
(Umberto Galimberti)
Trailer
F.P. 24/03/2024 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 98'38") / Data del rilascio USA, Australia (streaming): 15/03/2024
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