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Il grande carro

Regia di Philippe Garrel vedi scheda film

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La recensione su Il grande carro

di alan smithee
8 stelle

locandina

Il grande carro (2023): locandina

AL CINEMA

L'antica arte del teatro delle marionette sopravvive grazie alla costanza di un esperto burattinaio che, incurante del fatto che si tratti di un'arte legata al passato e sempre più di nicchia, prosegue le sue rappresentazioni a bambini e genitori che, per quanto sempre in minor numero, non mancano di manifestare meraviglia e stupore durante tutta la rappresentazione. Al suo fianco i tre adorati figli, Louis, Martha e Lena, ognuno mosso a seconda dei casi da vera passione per la recitazione, per quella particolare tipologia di narrazione che richiede espressione e movimenti anche arditi e spossanti; o semplicemente per senso del dovere ad un mestiere di famiglia che si venera e rispetta come un dogma.

 

Louis Garrel, Francine Bergé

Il grande carro (2023): Louis Garrel, Francine Bergé

scena

Il grande carro (2023): scena

La morte improvvisa, ma tutt'altro che non preannunciata, dell'infaticabile capo famiglia, rimette in discussione le sorti di quella straordinaria attività cultural-artigianale rara quanto preziosa.

La dipartita, poco tempo dopo, della dolce nonna sarta e costruttrice di burattini, orgogliosa antifascista e apostata per meglio tenere fede alla propria dottrina laica di vita, non fa che peggiorare le sorti di quella piccola azienda familiare, ove anche amori e tentazioni fanno la loro parte, condizionando vite e destini. Senza veri drammi, ma con svolte non indifferenti.

 

Aurélien Recoing

Il grande carro (2023): Aurélien Recoing

Damien Mongin

Il grande carro (2023): Damien Mongin

Philippe Garrel torna alle tenere, appassionate atmosfere di famiglia, radunando, per la prima volta, tutti e tre i suoi figli attori (Louis, Martha e Lena Garrel)a celebrare i destini di una forma di rappresentazione narrativa che racchiude in sé secoli di cultura radicata nella società attraverso una osservazione ironica e maliziosa della vita di società, con tutte le sue sfaccettature, caratteristiche, ingiustizie e prevaricazioni.

Ma l'approccio accorato e nostalgico, ma soprattutto sincero di Garrel non esclude affatto precise connotazioni politiche, oltre che sociali, e una laicità di fondo professata con orgoglio al pari di una professione di fede che pare un dogma ingenuo ma invece racchiude la purezza pur utopica di una concezione esistenziale universale improntata sulla purezza originaria dell'animo umano, qualora non corrotto da vincoli, preconcetti o fanatismi senza costrutto né logica.

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