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Wonka

Regia di Paul King vedi scheda film

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La recensione su Wonka

di Marco Poggi
6 stelle

Il magico Willy Wonka si reca in città per far fortuna e aprire la sua prima cioccolateria, ma si deve scontrare con la diffidenza della gente e la povertà, anche se lui non si dispera mai e va avanti. Tutto si riduce a una prevedibile lotta, fatta di colpi bassi, fra cioccolatai, ammiccando al giovane zio Paperone, nel Klondike.

Il magico Willy Wonka (Timothée Chalamet) si reca in città per far fortuna e aprire la sua prima cioccolateria, un po' come Juliette Binoche di "CHOCOLAT" (guarda caso, un altro "dolce" film, del 2000 dove il co-protagonista era un allora futuro Willy Wonka: Johnny Depp!!!), ma si deve scontrare con la diffidenza della gente, i poliziotti corrorri (e ingrassati, come si deve, da ogni tipo di cioccolata  che ingurgitano -  dagli altri, però, non da Wonka -) e la povertà, anche se lui non si dispera mai e va avanti, perché è pur sempre Willy Wonka. Tutto si riduce a una prevedibile lotta, fatta di colpi bassi, fra cioccolatai (ce ne sono tre davvero cattivi e invidiosi, che sono gli avversari di turno), fra canzoni intonate, ma dimenticabili (in stile "IL RITORNO DI MARY POPPINS", da cui prende molto, a parte le sequenze animate, che qui non ci sono, perché solo un film Warner e non Disney), sacerdoti corrotti, con la faccia di Rowan Atkinson (che fa, praticamente, comparse mordi e fuggi, giusto per assaggiare cioccolatini, e nemmeno incontra il protagonista) e un solo Umpa-Lumpa, con la faccia di uno stravagante Hugh Grant (che dice d'averlo fatto, solo per una questioni di soldi). Non manca la ragazzina da aiutare, e pure qui afro-americana (anche il cioccolataio-cattivo principale, però, è un afro-americano ed è il peggiore dei tre rivali di Wonka) . Un film non brutto, ma modesto, che presenta un Willy Wonka sognatore ed ingenuo, forse anche un po' ladro (ruba giraffe dagli zoo  e semi di cioccolata, nell'isola dei Uma-Lumpa, scatenando il distratto onedettino e troppo inglese, di Hugh Grant), ma non certo quello acido di Gene Wilder, perché addolcito dalla giovinezza e dal politically correct, che oggi impera fin troppo. Timothée Chalamet ci regala, però, una interpretazione distante da quella di  "DUNE", ed è giusto che lui si diversifichi. Qui, è simpatico, ma non con quella stravaganza, che era del Johnny Depp, diretto da Tim Burton, nel 2005, eppure cita il suo predecessore Gene Wilder, cantando la sua canzone peincipale, del 1971. Abituato, però, alle canzoni del film in inglese, sentirle in italiano, mi è sembrato strano, anche perché le canzoni non è che siano eccezionali. Mi piacerebbe vedere il film su Willy Wonka, del 1971, con la prima edizione italiana, purtroppo perduta, dove sicuramente Gene Wilder era doppiato da Oreste Lionello e quindi le canzoni erano in italiano. Forde quella visione mi aprirebbe di più alle nuove canzoni, di questo film. Meglio la vecchia gara fra il bambino più buono, che iniziava con la caccia al biglietto dorato, dei cinque pargoli, che questa gara  fra cioccolatai invidiosi, che ricorda le origini di zio Paperone, di Carl Barks, che, durante la sua ricerca di pioniere in cerca di pepite d'oro, nel Klondike, si scontra con i vari e perfidi Cuordipietra Famedoro e i Rockerduck della situazione, che hanno dalla loro parte, al posto dei Bassotti, dei poliziotti corrotti e due imbroglioni. che, all'inizio, costringono Wonka e altre persone a lavorare come lavandai (Willy Wonka, però, saprà come sviarli...perché è Willy Wonka). Ai bambini piacerà, ma non è così fondamentale come il film con Gene Wilder, o anche quello, diretto da Tim Burton, con Johnny Depp.   

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