Regia di Paul King vedi scheda film
AL CINEMA
"L'avido vince sempre sul bisognoso, signor Wonka."
Willy arriva dal mare, orfano, ma animato dall'entusiasmo che spesso caratterizza la giovane età. Figlio di una dotatissima cioccolataia (Sally Hawkins), il ragazzo ne ha appreso i segreti culinari e le abilità manuali di confezionamento, e per questo lo vediamo spavaldamente diretto verso una fiorente cittadina, per mettersi in concorrenza con tre celebri e celebrati maestri cioccolatieri del posto.
Spesi tutti i già scarsi risparmi il ragazzo rimane vittima di una coppia di truffatori titolari di una sordida stamberga, e su ritrova costretto al rango di schiavo assieme ad un gruppo di ingenui ma buoni viaggiatori sfortunati.
Senza darsi per vinto, Willy riuscirà ad organizzare una missione impossibile per riuscire a trovare il modo di fare conoscere la sua arte, tener testa ai tre perfidi concorrenti invidiosi, e beffare la coppia di albergatori truffaldini che lo hanno incastrato assieme ad una allegra tribù di brave persone. Il prequel dello spumeggiante film di Tim Burton con Johnny Deep, tratto dal celebre romanzo di Roald Dahl, diretto con destrezza dal regista Paul King, già piuttosto avvezzo agli ambienti magici e alle scenografie fantastiche ed esuberanti grazie ai due fortunati film sull'orso Paddington, è un carosello canterino che si apre su spumeggianti scenografie e scintillanti numeri canterini, entro cui il talentuoso e brillante Timothée Chalamet si muove in completa disinvoltura, tra istrionismo e numero danzanti, tra sfavillii colorati e dolcetti così edulcorati e manipolati da tradire la loro essenza plasticosa e decisamente poco invitante al palato.
Tuttavia il film funziona alla perfezione, grazie anche al contributo di una schiera di attori british davvero strepitosi, tra cui è impossibile non citare, oltre alla perfida locandiera dal sorriso digrignante e traditore Olivia Colman, anche il nuovo "grillo parlante" del film, ovvero il nanerottolo scorbutico e traditore Umpa Lumpa, efficacemente reso da un sempre stizzito Hugh Grant. Per non parlare di Rowan Atkinson (Mr. Bean, of course), alle prese con due fugaci ma irresistibili pose in cui il moto comico riesce a impadronirsi completamente della scena, lasciando dopo il suo passaggio l'amarezza di averlo già dovuto abbandonare.
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