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Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Regia di James Mangold vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Indiana Jones e il Quadrante del Destino

di axe
7 stelle

Utimo anno della Seconda Guerra Mondiale. Il professor Henry "Indiana" Jones è da qualche parte nell'Europa occupata dai tedeschi, insieme all'amico e collega inglese Basil Shaw. La coppia di archeologi vive una pericolosa avventura che si conclude bloccando la marcia di un treno carico di reperti trafugati nazisti e con il recupero di un misterioso manufatto, l'"Antikythera", realizzato dal matematico siracusano Archimede. L'oggetto rimane nelle mani di Basil; riappare nel 1969. Mentre in una New York in festa si celebrano gli astronauti che hanno effettuato lo sbarco sulla Luna, l'ormai anziano Jones conclude la sua carriera di docente con una breve cerimonia di pensionamento. Stanco, sfiduciato, Henry è ormai l'ombra del coraggioso avventuriero di un tempo. Ma l'incontro con Helena, figlia di Basil, e l'entrata in scena di un pugno di fanatici al soldo di uno scienziato tedesco naturalizzato statunitense, lo svegliano dal suo "torpore esistenziale". Forze malvagie sono all'opera per cambiare il corso della Storia; ancora una volta Indiana Jones dovrà mettere a rischio la propria vita per fermarle. Per la quinta volta, Harrison Ford veste gli abiti del personaggio simbolo dell'avventura. Diversi decenni sono passati da quando ciò è accaduto per la prima volta; i tempi sono cambiati e, come è naturale che sia, l'attore statunitense mostra i segni dell'età avanzata. E' dunque inevitabile che il tema degli anni che passano s'intrecci alla trama avventurosa. Il racconto si apre mostrandoci un Indiana Jones all'apice della sua forma fisica; è il personaggio che abbiamo conosciuto nei primi episodi, in lotta contro un'entità riconoscibile come il "male assoluto" - i nazisti - la quale vorrebbe sfruttare oggetti e conoscenze di un remoto passato per l'affermazione della propria ideologia malata. Altruista, determinato, atletico, arguto, intelligente, riesce nel suo intento. Ritroviamo il protagonista , ormai ultrasettantenne, nel 1969. Sopravvissuto a mille pericoli, Indy si è sposato. Ma non ha avuto fortuna. Apprendiamo, nel corso del racconto, che il figlio, con il quale evidentemente non aveva un buon rapporto, in quanto si è arruolato per fargli un dispetto, è morto in guerra. In conseguenza di ciò, il matrimonio è entrato in crisi e la moglie Marion ha scelto di lasciarlo. Henry Jones è dunque invecchiato male. Conclude la sua carriera di accademico con una festicciola tra gli amici più stretti all'interno dell'istituto, dopo aver concluso una noiosa lezione di fronte a ragazzi svogliati. Si prepara ad una vecchiaia di solitudine, da annegare nell'alcool. Le sue sorti sono sollevate da Helena Shaw, figlia di Basil, la quale intende far luce sul mistero del manufatto sottratto molti anni prima ai nazisti, divenuto per il padre un'ossessione. Helena, pur dotata di non comuni conoscenze, non agisce per amore della scienza. E' un'avventuriera scapestrata, coperta di debiti a causa della sua passione per il gioco, ed il suo interesse è puramente materiale. Henry Jones l'aiuta per istintivo altruismo ... e perchè i nazisti (il male assoluto) le contendono il possesso dell'oggetto. Il loro leader è Jurgen Voller, uno scienziato del Reich passato al servizio degli U.S.A. a conflitto concluso. I suoi reclutatori hanno trascurato l'ideologia, concentrandosi sulle capacità, indubbiamente elevate. Dunque Voller, pur collaborando con i suoi nuovi connazionali per aiutarli a vincere la "corsa allo spazio" - evidente è il riferimento al caso del pioniere della missilistica Wernher Von Braun e di molti altri scienziati tedeschi, gli spesso sgradevoli trascorsi dei quali sono stati "dimenticati" pur di poterne sfruttarne le conoscenze - non ha rinnegato il suo passato nazista, ed anzi ha progettato e posto in essere un complesso piano, volto a correggere, grazie ad un viaggio nel tempo reso possibile dall'utilizzo dei manufatti di Archimede, gli errori commessi da Hitler, i quali hanno impedito alla Germania di vincere la guerra. Il professor Henry Jones si rivela ancora molto atletico, in rapporto all'età; coraggio ed inventiva non gli mancano. L'esperienza e le amicizie maturate in tanti anni lo aiutano; al suo fianco, nell'avventura, sono Helena, di fatto una sua figlioccia, la quale rivela il suo lato umano, ed il suo inseraparabile giovanissimo amico Teddy, un orfano marocchino dal passato difficile. Indiana Jones sopravvive alle ferite ed ai molti pericoli; in epilogo, ha la possibilità di trascorrere la sua vecchiaia in un altro luogo ed un altro tempo, dimenticando tutti i mali del suo XX secolo. E' Helena a costringerlo, non con le buone maniere, a rinunciare al suo proposito. Egli si ritrova a New York, insieme ai suoi amici, ed alla moglie Marion, la quale ha rinunciato al suo proposito di separazione, scegliendo di trascorrere la vecchiaia insieme all'anziano eroe, in un anonimo ma confortevole appartamento, circondati entrambi dall'affetto degli amici. Harrison Ford, nel suo aspetto odierno, non in quello ricostruito telematicamente, dà il meglio di sè nei momenti di quiete. Tra un momento d'azione e l'altra, percepiamo la stanchezza del personaggio; il peso dei ricordi, il dolore per le perdite, la scarsa fiducia nel futuro, attestata da un certo disinteresse verso i fatti di attualità, la poca considerazione avuta dai giovani suoi contemporanei. La sua sensazione d'essere fuori tempo è condivisa dall'antagonista Voller (l'"algido" attore danese Mads Mikkelsen). Alla disillusione di Henry Jones, s'accompagna inizialmente quella di Helena Shaw (Phoebe Waller-Bridge), la quale è a poco a poco dissipata dall'esperienza vissuta insieme all'anziano eroe. Il ruolo secondario di Renaldo, marinaio amico di Henry Jones, è assegnato ad Antonio Banderas. Il regista è lo statunitense James Mangold. Il racconto ha un'impostazione molto lineare, si segue agilmente. A poco a poco, i vari personaggi, svelano i segreti del manufatto di Archimede; l'evoluzione della vicenda rende evidenti le intenzioni dei "buoni" e dei loro antagonisti. Da New York, l'azione si sposta in Marocco, poi nei mari della Grecia, infine a Siracusa. Il ritmo è piuttosto elevato. Le teorie scientifiche connesse ai "varchi temporali" sono incredibili e comunque non approfondite; è indispensabile la "sospensione dell'incredulità". Una cosa di certo non difficile per gli appassionati della serie, e della fantasia in generale. Una buona colonna sonora, completa del tema classico replicato senza insistenza, accompagna la narrazione. Conclusa la visione, ho avuto l'impressione che il film sia un po' "fuori tempo massimo" e che ciò sia una scelta precisa degli autori. In un mondo sempre più diviso, contraddistinto da derive ideologiche e dalla "frammentazione" della ragione, non c'è più spazio per Indiana Jones ed i suoi amici, o i suoi avversari, ognuno dei quali è schierato con nitidezza su posizioni assolutamente condivisibili, o non condivisibili, secondo la nostra morale. Questa linearità ideologica è quasi di conforto ad uno spettatore smarrito, bisognoso di certezze, di quelle "figure familiari" le quali, durante i floridi ed edonistici anni '80, erano in grado di far comprendere cosa fosse giusto o sbagliato. Quell'epoca è ormai conclusa, così come negli anni '60 - '70 - il periodo della contestazione giovanile e della "contrapposizione tra blocchi" - si consideravano archiviato il lustro eroico della lotta, condivisa tra quelli che sarebbero poi diventati avversari, contro il nazismo. Henry Jones, vinta la sua ultima battaglia contro le forze del male, ha ancora un compito; quello di essere un buon amico, marito e padre adottivo. Ed anche un compagno per noi, che lo abbiamo amato nei decenni passati; mi piace immaginarlo in poltrona, circondato dai bei ricordi di una vita di avventure ... e da persone che gli vogliono bene; ancora con noi, qui, in questo tempo. Consiglio la visione a tutti; sotto l'aspetto dell'intrattenimento, il film, pur senza guizzi, fa ... il suo lavoro. Ma chi ha vissuto una certa epoca, o ha molto apprezzato il personaggio, può trovare nel racconto un qualcosa in più. 

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