Regia di Ryan Coogler vedi scheda film
Il Vibranio come fonte di ricchezza in possesso di una piccola nazione nel cuore dell’Africa. Un regno privo di un Re, scomparso ancora giovane e da celebrare degnamente. Un regno per questo inevitabilmente destabilizzato e che dovrà sotto la guida di Ramonda, madre di T’Challa, impersonata in maniera convincente da Angela Basset, affrontare nuove sfide per la propria sopravvivenza.
Tutto il sequel diretto e firmato ancora una volta dal trentaseienne Ryan Coogler, è più di una semplice celebrazione del Black Panther originario e di chi lo aveva impersonato nella pellicola del 2018. Con una scelta per molti aspetti contro tendenza Coogler e Coole riescono a rimettere mano al personaggio ideato da Jack Kirby sotto la supervisione del solito Stan Lee, creando una narrazione che vive dell’assenza iniziale del protagonista, portando la trentesima pellicola dell’ MCU in una dimensione differente, perché maggiormente cerebrale e giocata più sulla trama e meno sugli scontri corpo a corpo. Prediligendo maggiormente una fase di cross over con un altro personaggio della golden age della casa delle idee. Namor il Sub Mariner, portato in scena dall’attore di origini messicane Tenoch Meija, e divenuto per l’occasione non più l’odiato e odioso sovrano di Atlantide ma del regno di derivazione azteca Talocan.
Riscrivendo l’agiografia di un personaggio amato e rappresentante della cultura nera Coogler riesce a creare un prodotto che forse troppo sbrigativamente è definibile di fortuna, a causa della scomparsa inattesa di Chedwick Boseman, deceduto a soli 43 anni, per una forma aggressiva di tumore. Riuscendo a lasciare nelle solide mani della sorella Shuri, ancora una volta impersonata dall’attrice di origini Guyanesi Letitia Wright lo scettro dell’eroina alla quale affidare le sorti del proprio regno. Come detto piacerà molto a chi non credeva fosse possibile resuscitare un personaggio senza un nuovo attore nella parte di T’Challa e soprattutto piacerà molto a chi ama le rivisitazioni dei fumetti senza rimanere ancorati troppo alle trame originarie per l’occasione riscritte per ragioni narrative.
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