Regia di Lamberto Bava vedi scheda film
Una scrittrice americana in vacanza in Italia rivive lo stesso incubo che aveva da bambina. In particolare il castello in cui si trova sembra esattamente quello che aveva sognato da piccola, nel quale un mostro l'aveva terrorizzata. Mostro che non tarderà a ripresentarsi.
Nel 1988 Lamberto Bava dirige un poker di titoli per la televisione, sponda berlusconiana, del quale fa parte anche questo La casa dell'orco. La serie si chiama Brivido giallo, ma di 'giallo' in questa pellicola e nelle altre tre (Per sempre - Fino alla morte; A cena col vampiro; Una notte nel cimitero) c'è proprio poco, mentre il colore predominante è senza dubbio il nero; un nero funebre, mostruoso, horrorifico insomma, pur con le dovute proporzioni data la destinazione del prodotto. Quanto al 'brivido', poca roba pure qui: la tensione è altalenante e la trama francamente non impressiona granchè. Effettivamente la sceneggiatura del regista e di Dardano Sacchetti non offre spunti memorabili, ma si può rilevare come la confezione del lavoro sia onesta, per i mezzi - modesti, ma non infimi - a disposizione. Nel cast mancano nomi degni di nota (Virginia Bryant, Paolo Malco, David Flosi), se si eccettua quello della quasi esordiente Sabrina Ferilli, 24enne ancora sconosciuta; Bava sa il fatto suo nel genere horror, ma in questa occasione non può che limitarsi a svolgere senza troppo entusiasmo il compitino. Nonostante qualche tentativo di riportarlo in auge sul mezzo televisivo, per il cinema di genere i tempi d'oro sono ormai definitivamente conclusi; il regista rimarrà fedele all'emittente (Canale 5), ma cambiando completamente il proprio campo d'azione: con Fantaghirò (1992) e relativi sequel raggiungerà il grande successo popolare. 2,5/10.
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