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La casa dell'orco

Regia di Lamberto Bava vedi scheda film

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La recensione su La casa dell'orco

di undying
6 stelle

Horror destinato al piccolo schermo, assieme ad altri sette titoli diretti egregiamente da Lamberto Bava, che meritano di essere rivalutati.

 

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La scrittrice Cheryl (Virginia Bryant), da Portland (Oregon) si trova in Italia (Umbria), in vacanza con il marito Tom (Paolo Malco) e il piccolo figlio Bob. In realtà la donna sfrutta la suggestiva location del castello Trifiri per scrivere il suo prossimo libro, basato sul sogno ricorrente di un orco che, sin da bambina, la perseguita. La fantasia si mescola pericolosamente con la realtà quando Cheryl è convinta di aver sognato la location in cui si viene a trovare e, soprattutto, quando rinviene un coniglietto di peluche perso in Oregon da bambina.

 

"I mostri non esistono. Hai fatto solo un brutto sogno, siamo noi che li creiamo con la nostra fantasia." (Cheryl al figlio, svegliato in piena notte da un incubo)

 

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La casa dell'orco: Virginia Bryant e Paolo Malco

 

Forse è arrivato il momento di riconsiderare l'opera televisiva di Lamberto Bava, alla luce di una rivalutazione che tenga conto delle circostanze produttive e della destinazione finale dei prodotti. A cominciare dal sottoscritto che, in un primo momento, ha dimostrato di non gradire completamente alcuni film, girati per il piccolo schermo, diretti da Bava. Lavorare per progetti televisivi era infatti l'unico sistema per proseguire un discorso sul cinema fantastico, in quel periodo ormai frenato da produzioni cinematografiche orientate unicamente alla commedia e al dramma. Una premessa fondamentale, che rende conto di un giudizio mutato positivamente a seguito di un'ulteriore visione. Oggi infatti un prodotto come La casa dell'orco può a tutti gli effetti essere definito di qualità, proprio per il lavoro delle mastranze coinvolte: dalle ottime scenografie (opera di Geleng) alla suggestiva location (il film è ambientato in Umbria ma è stato girato a Roma, nel castello Massimo di Arsoli come indicato anche sui titoli di coda). Bava può contare sul contributo di artisti talentuosi (la colonna sonora di Boswell è memorabile e contribuisce a rendere scorrevole il girato) e dare così libero sfogo al suo estro visionario, che si esprime anche con una serie di scene citazioniste [1] e soprattutto con una cinematografia studiata e di buon gusto (i carrelli con continue circonvoluzioni attorno alla protagonista, mentre scrive a macchina). Nel complesso La casa dell'orco è un lungometraggio gradevole, che parte benissimo per stabilizzarsi da metà tempo in poi nella media di altri horror del periodo. Al tempo stesso l'opera rende l'idea di come Lamberto (che nel film compare al minuto 9, mentre gioca a carte in un bar) stia lentamente transitando verso un tipo di cinema fantastico, che sente in maniera del tutto personale, legato più al mondo delle fiabe (la prima serie di Fantaghirò ad esempio è del 1991) che all'horror. Presenta inoltre, nel ruolo di Anna, una irriconoscibile Sabrina Ferilli, all'epoca agli inizi di carriera come attrice dopo essere comparsa in precedenti pellicole tipo Rimini, RiminiCaramelle da uno sconosciuto, Il volpone e Il frullo del passero.

 

[1] Di seguito alcuni riferimenti evidenti, su film che Bava intende chiaramente omaggiare: l'orco viene partorito da un essere mostruoso, che ricorda la regina madre di Alien; il nucleo familiare è composto dagli stessi elementi (padre, madre e figlio di nome Bob) dell'analogo presente in Quella villa accanto al cimitero (addirittura con Paolo Malco nel medesimo ruolo); la scena in cui vediamo Cheryl immergersi in una vasca piena d'acqua in cantina, per recuperare una pagina scritta del libro, è un palese omaggio a Inferno (1980) di Dario Argento.

 

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La casa dell'orco: Virginia Bryant

 

Brivido giallo e Alta tensione: otto film di Lamberto Bava, girati per il piccolo schermo

 

Sul finire degli anni Ottanta, Lamberto Bava viene incaricato di portare a compimento quattro film TV - produzioni Reteitalia e Dania Film - di circa 90 minuti ciascuno e si avvale di ottime collaborazioni (Dardano Sacchetti in sceneggiatura, Simon Boswell alle musiche, Stivaletti agli effetti speciali, Antonello Geleng come scenografo) che verranno trasmesse nel ciclo "Brivido giallo" durante l’estate (settimanalmente e in seconda serata) nel seguente ordine: Una notte nel cimiteroPer sempreLa casa dell'orco e A cena con il vampiro. L'anno seguente Lamberto Bava lavora quindi al successivo progetto ("Alta tensione", quattro lungometraggi di nuovo destinati al piccolo schermo: Il GiokoTestimone oculareIl maestro del terrore, L’uomo che non voleva morire), contraddistinto da una migliore aderenza al genere horror (e con un livello di gore e splatter superiore) che però misteriosamente resta congelato, sino a un'emissione televisiva (su Mediaset) del tutto penalizzante e “selvaggia”, che avviene parzialmente a distanza di una diecina d'anni dalla realizzazione. Solo nel 1999/2000 i film vengono infatti messi in onda (come prima TV!) in maniera non proprio cronologica e seriale (oltre che non completa, tanto che L’uomo che non voleva morire rimane inedito).

 

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La casa dell'orco: scena

 

Intervista allo sceneggiatore Dardano Sacchetti

 

Domanda: Nella serie di film diretti da Bava "Brivido giallo" uno dei film più riusciti è La casa dell'orco, che presenta molti punti in comune con Quella villa accanto al cimitero; si tratta dello stesso soggetto?

 

DARDANO SACCHETTI: "La casa dell'orco e Quella villa accanto al cimitero non sono lo stesso soggetto, ma fanno parte della mia poetica casa-bambini: un tema ricorrente che ho affrontato varie volte con sfumature diverse, ma anche con assonanze. Sono storie che nascono da un mio vissuto in questa grande casa di campagna che aveva una strana fama ed era abitata da una presenza inquietante. Diciamo quindi che l'emozione che c'è alla base di questi film è la stessa: il mio rapporto con una presenza che avvertivo, con la quale avevo avuto un contatto diretto quando la persona era ancora in vita e che poi ho percepito dopo la sua morte, ma sono stato testimone diretto di incontri tra questa persona e "malcapitati" che hanno avuto la ventura di dormire nella sta stanza, dove mio padre e suo fratello non osavano entrare da soli. Ma il fatto è che oltre a questa presenza (un uomo, un prete, a causa di una gamba rotta ha vissuto per 40 in una stanza senza mai muoversi da lì e dopo la sua morte la stanza non è stata più toccata) io percepivo netta un’entità. Ma la casa aveva una una prima cantina dalla quale scendeva per oltre quindici metri, scavata nella roccia, una scala che portava ad una seconda cantina. Rotto l'impianto elettrico, quella scala e quella seconda cantina sono rimaste buie per l'eternità. Nessuno sapeva cosa ci fosse lì sotto. Solo mia nonna, al buio, osava scendere quelle scale. Io rimanevo sui primi gradini con una candela accesa e la vedevo sparire nel buio. Sentivo solo rumori. Quindi i film nascono diversi, ma dietro c'è la stessa emozione da me vissuta in momenti diversi e con stati d'animo differenti."

 

"Brivido giallo" - La serie completa

 

1 - Una notte al cimitero

2 - Per sempre

3 - La casa dell'orco

- A cena col vampiro

 

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La casa dell'orco: edizione estera spacciata come terzo capitolo della serie Démoni

 

"Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti."
(Pablo Neruda)

 

F.P. 16/07/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 89'50")

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