Regia di Henry Koster vedi scheda film
Un angelo viene mandato sulla terra: in apparenza la sua missione è aiutare un vescovo protestante a raccogliere fondi per costruire una nuova cattedrale, in realtà è fargli ritrovare sé stesso e l’amore della moglie. Storiella stucchevolmente edificante, insulsa, buonista, senza veri conflitti: cerca incautamente di assomigliare a La vita è meravigliosa (anche qui l’angelo sottolinea il fatto di non avere ali e fa giochini di prestigio), dimostrando al confronto la propria pochezza. Non ci si appassiona neanche un po’ alla crisi umana di un alto prelato che, poverino, è costretto a passare il tempo fra pranzi di gala adulando potenziali benefattori danarosi: un personaggio così non meritava di essere redento; ma è piuttosto sciocchina anche sua moglie, la cui massima aspirazione è un cappellino nuovo. Per aggiungere verosimiglianza il contesto prevede poi un tassista che scarrozza la gente per ore senza farsi pagare un soldo, per puro piacere, e una milionaria bisbetica che decide improvvisamente di donare una cifra favolosa ai poveri. Non sono sicuro che il finale vada interpretato nel modo corrente: l’angelo potrebbe aver solo finto di innamorarsi della donna, per farsi volutamente respingere da lei e così non lasciare strascichi nel suo matrimonio. Una commedia natalizia deteriore.
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