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La moglie del vescovo

Regia di Henry Koster vedi scheda film

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La recensione su La moglie del vescovo

di emmepi8
6 stelle

Billy Wilder ha partecipato alla sceneggiatura, ma il regista è riuscito ad annacquare un po' il contributo. La storia è carina ed originale, e si basa molto sulla partecipazione degli attori in particolar modo di Grant, come angelo gentlmen. Il regista pende per lo zuccheroso, anche se l'ironia esce da diverse parti e fa godere alcune scene in maniera non inquinata. Il gioco è scoperto, ma proprio per questo riesce a divertire. Il fatto che al cinema la figura dell'angelo è spesso presente in varie forme, significa che si presta molto bene , l'importante è sapere adoperare la chiave giusta.
Fotografia al top con effetti speciali che sanno dare gusto alla storia per opera di Gregg Toland, Oscar per il miglior sonoro, magari per noi con il doppiaggio, perso.

Sulla trama

Un vescovo protestante, con tanto di moglie, è in crisi per i fondi che vengono a mancare per la costruzione della nuova cattedrale. La venuta di un angelo contribuirà a chiarire la situazione ed a indirizzare meglio i propositi del vescovo, che nel frattempo si amareggia sempre più per la presenza dell'angelo, Dudley, questo è il suo nome, che si accaparra le simpatie della moglie,della figlia e delle altre persone che ci sono, ma la crisi non sarà solo sua, ma anche dell'angelo stesso che si è adattato bene alla vita nella terra.

Su Elsa Lanchester

La cameriera, grande caratterista che con il suo volto indimenticabile ha tracciato diversi personaggi spassosi, in particolare nel Cult La moglie di Frankenstein

Su Monty Woolley

Il professore, ruolo che l'attore percorre a pieni voti

Su David Niven

Il registro brillante è quello più definito bene, da questo attore, ma qui viene smorzato un po' troppo

Su Loretta Young

Bella faccia della vecchia Hollywood, attrice da sempre, passò dopo pochi anni all Televisione, rinmane comuqnue un icona di certi film melò

Su Cary Grant

Perfetto, senz'altro il migliore in campo, nel senso che è stato rispettata la dose di Homour giusta, senza essere immerso nella melassa eccessiva, comunque notevole la presenza finale di rimpianto.

Su Henry Koster

Un regista dai facili successi commerciali e forse in questo tipo di operazioni più sofisticate risulta un tantino estraneo

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