Regia di Barbara Kopple, Tom Haneke vedi scheda film
L’occhio indiscreto di Barbara Kopple s’inoltra attraverso 30 anni di storia americana, con il pretesto di raccontare e mettere a confronto le tre edizioni di Woodstock del 1969, 1994 e 1999, l’evento musicale del ’900. Il filo rosso del documentario è, e non poteva essere altrimenti, la musica e in tal senso l’immagine più emblematica è il montaggio alternato tra le immagini in bianco e nero del ’69 e quelle a colori del ’94 delle esibizioni di Joe Cocker. Da Bob Dylan ai Metallica, passando per Janis Joplin, gli Who, i Red Hot Chili Peppers e tanti altri, passa sullo schermo il meglio del rock. Però il film della Kopple ha valore soprattutto come testimonianza dei mutamenti della società americana; se Woodstock del ’69 era lo specchio di una generazione, le edizioni successive si dimostrano eventi da merchandising. Tra i giovani festanti che lungo 30 anni danzano, fanno il “moshing”, si gettano nel fango, si drogano, si aggira il volto imperscrutabile, inquietante di Michael Lang, l’anima di Woodstock che tintinna come un salvadanaio.
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