Regia di Steno vedi scheda film
Sicuramente le intenzioni di Steno, che non è regista interessato solo al lato morboso o demenziale delle vicende che racconta, erano migliori; eppure Dio li fa e poi li accoppia è una commediola intrisa di buonismo, cattolicesimo vetusto (Dio c'è perchè la vita è bella, in sintesi è il superficiale messaggio: motivare sarebbe però utile, visto che lo stupro brutale di un prete non è una ragione sufficiente a farmi sembrare il mondo un posto migliore) e con la macchietta di Banfi, omosessuale inveterato, che trasuda dello spirito degli anni '80. Quasi violenta nella sua caratterizzazione ultrafasciomofoba, con lo stereotipo dell'omosessuale incapace di amare, interessato soltanto al sesso e al divertimento effimero, inconcludente e stupido. Inaccettabile, come lo è la banalizzazione della storia, che tratatta altrimenti si sarebbe pure rivelata interessante (a conferma delle ottime intuizioni di Steno); la sceneggiatura 'mica per niente' è di Bernardino Zapponi, accanto al cui nome viene forzatamente aggiunto quello del figlio del regista, il che spiega molto dei contenuti demenziali del film.
Il prete di un paesino di provincia viene stuprato da una donna mascherata; lui indaga e scopre la colpevole, una bella ragazza che è pure incinta. E vuole abortire, ma lui no: è disposto a tenere il figlio perchè la ama davvero. Ma non la sposa perchè ha già sposato dio.
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