Regia di Louis Malle vedi scheda film
Zazie è una ragazzina simpaticamente pestifera che la madre, venuta a Parigi per trovare l’amante, affida allo zio per due giorni: il suo sogno sarebbe andare in metropolitana, che però è chiusa per sciopero; alla fine, dopo aver conosciuto una serie di personaggi bislacchi, scoprirà di essere invecchiata. Impossibile, per lo spettatore italiano, valutare in che misura Malle e il cosceneggiatore Rappeneau (che il film sia stato “scritto da Truffaut” è un delirio del Farinotti) abbiano saputo rendere il funambolismo verbale del libro di Queneau. La versione doppiata si attiene abbastanza fedelmente alla traduzione di Fortini, pur con qualche annacquamento: attenua il linguaggio sboccato di Zazie, mette la sordina all’ambiguità sessuale dello zio e occulta le sue allusioni al monologo di Amleto. Visivamente è un po’ fumetto, un po’ comica del muto; nonostante non eviti i paesaggi da cartolina, e anzi ambienti una lunga sequenza sulla Torre Eiffel, riesce a dare un’immagine nuova e originale di Parigi. La piccola Catherine Demongeot (che il regista considerava “una sorta di anti-Shirley Temple”) ha recitato in qualche altro film, poi è invecchiata anche lei.
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