Regia di John Wood vedi scheda film
E' morto giovane Peter Lee Lawrence, e se anche non aveva doti recitative indescrivibili, ben si prestava al genere, e aveva, a mio parere il viso giusto. Carino, per piacere, ma non eccessivamente per servire solo a quello. I suoi occhi e la sua neutralità sono fatti per ambiguere, per prestarsi sia al bello e al cattivo di ognuno di noi. IL film, poi, non è affatto male. La trama non è sfilacciata né telefonata, e a parte la musica presa in prestito da "Il Mio Nome è Shanghai Joe", la pellicola ha un buon ritmo, né annoia. Anzi, piacciono proprio anche le situazioni che vengono a crearsi e il modoi n cui il regista ce le narra: sì classicamente, ma con professione.
Arizona, uno dei mitici personaggi del nostrano immaginario western, arriva in un paese deciso a regolare i conti con il cattivo possidente Styles (un cattivo riuscito a metà) che ha tutto, dalla drogheria alle diligenze, dal saloon alla legge (parallelismi con i tempi odierni?). In paese però, il racconto del vecchio Roberto Camardiel e della morte di suo fratello per questioni di miniere, spinge l'eroe vagabondo a mettere anche questa in conto. Così comincia ad affrontare di petto gli uomini del signorotto locale ammazzandoli come mosche. Fino ad arrivare all'atteso scontro finale, in cui i due lotteranno però corpo a corpo, invece che nel tipico duello (assaporato poco prima contro un killer professionista). Ecco che alla fine Arizona se ne va per la sua strada nonostante abbia riportato la pace in città e aver trovato una delizisa ragazza pronto ad amarlo. Ma quando e l'hai nel sangue, non ci puoi fare niente. Sei vagabondo, ed erri per le praterie da solo, e per sempre.
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