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Non per soldi... ma per denaro

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su Non per soldi... ma per denaro

di Antisistema
8 stelle

Tutti dicevano che dopo l'Appartamento, Billy Wilder entra in una spirale di decadenza e crisi artistica. Forse sono troppo fan di questo regista (e sticavoli, è Wilder, mica il primo scemo), ma dopo la visione di Non per soldi... ma per denaro, ho completato i film di Wilder degli anni 60' (con un bilancio di due capolavori e tre ottimi film) e posso dire con certezza che vorrei avere io una crisi così; quindi rimandiamo eventuali de profundis alle pellicole di Wilder degli anni 70', che purtroppo non ho ancora visionato.

Non so cosa passasse in quel periodo Billy Wilder, ma sicuramente doveva essere molto negativo d'umore verso il genere umano visto che insieme a Baciami Stupido e l'Appartamento, è la pellicola più cinica e nera del regista.

 

Henry Hinkle (Jack Lemmon) è un giovane operatore della CBS che sta riprendendo una partita di football americano  e per sua sfortuna in un'azione di gioco, viene travolto da un giocatore del Cleveland, Luther Jackson, con il risultato di prendersi una brutta botta ed essere trasportato d'urgenza in ospedale. William Gingrich (Walter Matthau), cognato di Henry e avvocato furbo e scaltro che campa truffando le assicurazioni, decide di ingigantire l'incidente inventandosi una paralisi ad una gamba e a tre dita di una mano chiedendo come danni un milione di dollari. Henry non vorrebbe partecipare a tale truffa e rifiuta segnosamente, finchè Gingrich non gli prospetta di poter riconquistare grazie a questa malattia simulata, la sua ex-moglie Sandy che lo aveva mollato per andarsene con un altro uomo.  

 

Come potete intuire, è una commedia nera basata su un argomento interessante e senz'altro di attualità come le truffe assicurative; almeno dalle mie parti è un classico fare apposta degli incidenti d'auto gonfiando i danni per poter ottenere soldi dalle assicurazioni (che a me stanno poco simpatiche. Ah! a scanso di equivoci... io possiedo a stento una bicicletta, sennò qua dentro qualche assicuratore mi fà a pezzi). 

Wilder mette alla berlina i rapporti interpersonali tra i parenti basati sul mero interesse economico e non sugli affetti. La critica del regista si muove in special modo verso la figura del viscido avvocato senza scrupoli che campa truffando le assicurazioni, le quali pur di non cacciare soldi sono pronte ad inventarsi ogni cavillo legale e ogni tipo di possibilità pur di non pagare. Anche l'ex-moglie Sandy ne esce fatta a pezzi dalla vicenda, visto che alla fine mira a parte dell'indennizo per soddifare le sue ambizioni lavorative personali. Con questi personaggi, la redenzione umana è molto più amara e tocca solamente i personaggi di Henry Hinkle e Luther Jackson, il quale accudisce e assiste quasi giornalmente il primo perchè incapace di darsi pace dell'incidente avvenuto per colpa sua. Per Wilder i perdenti di questo mondo, sono le persone semplici e che tentano di vivere in modo onesto; non fatevi ingannare dal finale che è tutt'altro che lieto visto che è solo un illusione che un bianco e nero (le due facce dell'america) puri d'animo, potranno uscire indenni questo mondo che appartiene ai milioni di Gingrich e Sandy. 

Azzardando un'analisi ulteriore e visto anche l'anno d'uscita (il 1966), possiamo dire che la pellicola rappresenta uno scontro tra la vecchia Hollywood classica morente e destinata a vivere di finali illusori a lieta conclusione e la nuova Hollywood con individui abietti destinati a non pagare per le proprie azioni egative (l'avvocato la farà franca... questo sino a pochi anni prima non sarebbe stato possibile per la rigidità del codice Hayes). Possiamo dire Jack Lemmon rappresenta una tipologia di personaggi di statura morale (che l'attore ha quasi sempre incarnato sul grande schermo), destinati a soccombere, innanzi ad una nuova generazione di figure ciniche, spietate se non propriamente negative che le nuove generazioni di spettatori chiedevano a gran voce, cioè personaggi come Walter Matthau. 

 

Nonostante non sia un capolavoro poichè Wilder aveva affrontato i rapporti interpersonali in modo superiore nella ritrattistica umana nel precedente capolavoro Baciami Stupido del 1964, ci si ritrova inannzi all'ennesima grande commedia di questo regista straordinario. Inconcepibile che nonostante sia un film a passo con i tempi "cupi" in cui uscì, il pubblico rifiuterà quest'opera come in precedenza aveva rifiutato Baciami Stupido, si vede che per gli americani la commedia in linea di principio deve essere comunque positiva e non permeata da uno spirito cinico. A scapito di ciò il film ebbe 4 nomination all'oscar tra cui miglior sceneggiatura e Walther Mathau vinse meritatamente il premio oscar come miglior attore non protagonista, per il ritratto spietato e per nulla caricaturale di questo famelico avvocato senza scrupoli morali. 

Ad oggi comunque resta l'ennesimo film riuscito di questo titanico autore le cui commedie; che siano fiabe romantiche pure alla Sabrina o più cattive come Arianna o pellicole anarco folli come A Qualcuno piace Caldo, Uno, due, tre ! e Irma la Dolce o permeate da una forte satira nera come L' Appartamento, Baciami Stupido o la suddetta opera, non risultano datate in nulla dopo decenni e sono perfettamente fruibili da spettatori di ogni cultura, sesso ed estrazione sociale. 

 

Jack Lemmon, Walter Matthau

Non per soldi... ma per denaro (1966): Jack Lemmon, Walter Matthau

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