Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Non è certo una delle migliori commedie di Wilder, ma è comunque un film godibile, soprattutto per la performance istrionica di Walter Matthau, che si guadagnò un meritato Oscar come miglior attore non protagonista. Il temi di fondo è la misoginia, incarnata dall'avida ex moglie di Harry, usata come esca per far ingoiare al candido protagonista tutta la messinscena ideata in danno della compagnia assicuratrice, nonché dalla piagnucolosa madre e dall'insignificante sorella del medesimo protagonista. E se il motore di tutta la vicenda è proprio l'avvocato fallito interpretato da Matthau, non si può non notare un sottofondo di velata matrice omosessuale, nel rapporto che si crea tra il giocatore di football "Boom Boom" Jackson e il protagonista (Lemmon). Infatti, nonostante che il prestante atleta dichiari di avere una fidanzata in ogni città in cui si reca a giocare (qui l'azione è ambientata a Cleveland), non lo vediamo mai in compagnia di una ragazza, se non di una bionda di colore che il ragazzone respinge in maniera sprezzante. E i problemi sportivi del giocatore cominciano non con l'incidente che mette in moto tutta la vicenda, bensì quando arriva a casa di Harry l'ex moglie Sandy, che lo estromette dal fare la donna di casa (abbiamo difatti visto Jackson cucinare e rifare il letto per il falso paralitico Harry). Insomma, è un film che si può vedere divertendosi, anche se le situazioni buffe (ad esempio quella del consulto dei luminari, con il professore svizzero, interpretato dal veterano Sig Ruman, alla sua penultima recita, che continua a dire "Simula!") e le battute comiche latitano in maniera insolita per una commedia di Billy Wilder con Lemmon e Matthau.
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