Regia di José Luis Merino, Eugenio Martin vedi scheda film
La fattoria dei Ramirez, non ha più i Ramirez. Tutti sanno che ora c’è Porfirio Carranza con la sua banda di criminali sadici, che semina terrore tra i peones, e fà della vita degli altri un gioco. Ma un giorno arriva in città un certo Ross Logan che creandosi un appuntamento con tre dei suoi più fidati killer, li secca per riservarsi lo scontro finale con chi gli uccise il fratello un anno esatto fa: Portirio Carranza.
É semplice nella scrittura, e i volti, a parte l’inossdabile Sancho che mai ci stancheremo di vedere nei suoi ruoli grassi, sporchi e cattivi, sono volti che non dicono nulla. Femi Benussi inutile dire che è bellissima, ma quando mai non lo è stata? Un film quindi che riesce a piacere per la sua praticità. Infatti non abbiamo nemmeno l’ombra di un minimo di idealismo o di teoria, fortunatamente. Uno spaghetti western di coproduzione anche spagnola, che è sì fine a se stesso, ma che riesce a non passare inosservato. In questo è aiutato da un insolito elemento, direi, stregonesco, rintracciabile nelle varie superstizioni, gatti neri, amuleti, tempeste preannunciate ed eclissi profetiche. Questo gli dà una sua particolarità piacevole.
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