Regia di Catherine Breillat vedi scheda film
L'ennesimo film scandalo è arrivato nelle nostre sale. Dalla Francia torna a far discutere la giovane regista Catherine Breillat, che già con il quasi-porno "Romance" aveva stupito pubblico e critica. D'altronde lei stessa lo ha dichiarato più volte: "Il porno mi attira e mi piace". Ed allora ecco un film carico di scene forti, assolutamente non pornografiche, ma nello stesso tempo crude e morbose.
La cosa che più stupisce, in "A mia sorella!", è l'età delle due protagoniste, 15 e 12 anni, per due sorelle in eterno conflitto, in un rapporto di amore e odio per quella loro diversità-somiglianza classica delle sorelle in età adolescente. L'una affascinante e maliziosa, corteggiata e desiderata, l'altra sgraziata e bulimica, triste e pessimista. L'una alla scoperta del sesso e del corpo maschile, l'altra costretta a divenirne complice in un voyeurismo morboso e crudele. La scena dell'iniziazione sessuale di Elena è curatissima nei particolari, girata senza quasi uno stacco di camera, molto teatrale e, va detto, sensuale. La protagonista assoluta, non c'è dubbio, è questa francesina di soli 15 anni, Roxane Mesquida, alla seconda apparizione importante sul grande schermo, che disinvolta si fa apparire completamente nuda, si fa toccare, si fa prendere. Di questa giovanissima attrice credo che sentiremo parlare. Effettivamente pare sconvolgente che ciò possa accadere su un set, verrebbe da chiedersi se esistano o meno leggi a tutela dei minori. Ma in ogni caso le scene sono sì forti, ma così velatamente innocenti da non poter sconvolgere eccessivamente. Ciò che più disgusta è la necessaria presenza della sorellina grassa e triste nella stessa stanza dove accadono i giochini sessuali di Elena e del suo principe azzurro, guarda caso un ragazzo italiano in vacanza, un "futuro avvocato col papà esperto in diritto internazionale". E non parliamo del finale del film, che non vado a svelare per rispetto di chi vorrà andare a vederselo al cinema. Un finale fortissimo, forse in parte sbagliato, forse un po' incomprensibile.
Così come, lo si ripete, appare un po' eccessivo il ripetersi di scene di nudo, oltre che di sesso, delle due ragazzine. Anche la dodicenne Anais Rebaix si concede in un paio di scene semisvestita. E a noi pare troppo.
Ma, si sa, anche Lolita, nel 2001, deve crescere…
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