Regia di Andrew Adamson, Vicky Jenson vedi scheda film
Ho avuto occasione di vedere Shrek dopo molti anni, dopo averne sentito molto parlare, e sono rimasto soddisfatto. Il cartone animato racconta di un orco, il quale, vedendo compromessa la tranquilità della palude in cui vive, a causa dell'invasione di creature delle favole, ivi spinte dalla repressione di un signorotto che non ama la magìa, si reca dal tale, Lord Farquaad, in compagnioa di Ciuchino, un furbo mulo parlante, per chiedere che l'area dove vive gli sia assegnata in forma esclusiva. Lord Farquaad, ritenendo di poter sfruttare le capacità di Shrek a suo vantaggio, baratta tale concessione con la buona riuscita di una missione. Shrek ha il compito di salvare una principessa prigioniera un maniero in rovina, custodito da un drago, e condurla al cospetto di Lord Farquaad, che ha necessità di sposarla per potersi proclamare re. Shrek libera la principessa, Fiona, senza troppa difficoltà, e, insieme a lei e Ciuchino torna da Lord Farquaad. Durante il viaggio di ritorno i due s'innamorano, ma sono tenuti distanti da barriere che, nell'epilogo della vicenda, si mostrano meno alte di quanto sembrino. L'opera è d'impostazione comica, ma non demenziale; non rinunzia infatti a far riflettere. Partendo da una rielaborazione di clichès propri delle favole, dai quali vengono estratti personaggi, contesti ed ambientazioni, per un successivo assemblaggio che ci consente di fruirne in chiave "moderna", il regista affronta le tematiche dell'amicizia e dell'amore, e, soprattutto dell'accettazione di sè stessi, che i protagonisti raggiungono passando tramite l'accettazione da parte dell'altro. Il film è di breve durata, un'ora e mezza circa, tempo che passa molto rapidamente, tra sequenze sapientemente colorate; dialoghi serrati e battute graffianti. Non nutro un particolare interesse per le opere di animazione, ma questa mi è assai piaciuta, e, quando ne avrò l'occasione, guarderò i seguiti.
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